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Attualità | 14 settembre 2023, 15:32

Cuneo, sulla sanità la città bacchetta la Regione: “Ci prendono in giro da anni. Il nuovo ospedale usato come vetrina elettorale”

A parlare Erio Ambrosino (PD). Le minoranze riunitesi in presidio davanti al S.Croce: “Siamo stati testimoni condiscendenti, questa paralisi uccide qualunque prospettiva”

L'ospedale S.Croce di Cuneo

L'ospedale S.Croce di Cuneo

Sono 48 i milioni di euro che, nel solo 2022, la Regione Piemonte ha speso per pagare i medici gettonisti, in una realtà nazionale in cui mancano 30.000 medici e i 132.000 che ci sono sono per la maggior parte over 50: in due anni la spesa sanitaria a carico del cittadino è passata da 34,8 a 37 miliardi di euro, a fronte di liste d’attesa sempre più lunghe e di un calo drastico della spesa a favore della sanità pubblica.

È questa la fotografia che nella serata di ieri (mercoledì 13 settembre) la consigliera comunale di Cuneo Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica) ha portato in consiglio comunale come parte del proprio intervento di commento all’ordine del giorno presentato da Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo Mia e Indipendenti incentrato proprio sulla sanità del territorio.

I tre gruppi consigliari hanno ovviamente ripreso le tematiche presentate qualche settimana fa al presidio costituito davanti all’ospedale S.Croce, un’iniziativa che li ha visti coinvolti in prima persona per quattro notti e tre giorni interi. “Rispetto al tema sanitario, ora, siamo alla paralisi, che non consente di andare avanti né nella costruzione del nuovo ospedale e né in quella di una casa di comunità, condizione fondamentale per liberare il Pronto Soccorso – ha detto Ugo Sturlese (CpbC), ricordando come la sindaca non sia passata al presidio -  . Siamo davvero in una situazione complessissima. Questo governo, come quelli precedenti, non si rende conto della realtà del servizio sanitario nazionale e dell’espansione nascosta del privato. Ma è sbagliato dire che il S.Croce e Carle sia in crisi: non è che non funziona più niente, ed è solo grazie all’impegno di chi vuole o riesce a restare”.

L’ordine del giorno è stato respinto con 26 voti contrari su 33.

Boselli: "La tecnica 'nuovo ospedale a tutti i costi' non sta pagando"

Sono dieci anni che parliamo delle stesse cose, ormai – ha commentato Luciana Toselli (CpibC) - . Il nostro ospedale continua a essere un’eccellenza, ma gli mancano alcuni punti focali. Mi chiedo poi, visto che si stanno realizzando interventi antisismici al Carle, perché non li si fa anche al S.Croce visto che c’è tutto il tempo prima dell’avvento del nuovo ospedale (almeno dieci anni)?

L’iniziativa del presidio davanti all’ospedale è un nuovo modo per puntare l’attenzione su una delle questioni più rilevanti della città. Credo che tutti stiano ancora chiedendosi cosa stia aspettando la maggioranza, in una situazione così grave, ad assumere un’iniziativa forte: lo abbiamo fatto noi al posto loro – ha chiarito Giancarlo Boselli (Indipendenti), uno dei promotori dell’iniziativa - . Che la sindaca, poi, abbia rifiutato di venire al presidio mi pare assurdo: le sue tradizioni politiche sono ricche di momenti in cui si sollecitano le cose quando queste non proseguono. La presenza dei sindaci di Borgo, Boves e Roccavione (in almeno due casi a lei molti vicini politicamente) è stata salutata con favore dai tanti presenti. Ha perso un’occasione di confronto potenzialmente utile”.

L’assessore Icardi e il presidente della Regione rifiutano di venire in commissione ormai da un anno – ha concluso Boselli - . Serve capire che la tecnica dell’ospedale ‘purchessia, anche con il partenariato pubblico privato’ non ha pagato fino adesso: il punto, ora, è che non si farà nemmeno con il partenariato”.

Conti alla mano abbiamo dimostrato che il partenariato è la soluzione più dispendiosa e, ad oggi, nessuno ci ha smentiti. Anzi, la catena di dimissioni degli ultimi tempi avalla le nostre posizioni ed è un caso unico in Italia” ha commentato Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia).

Perché si sostiene la modalità più onerosa, tra l’altro in una situazione tanto critica come quella evidenziata dalla D’Ulisse? I consiglieri regionali d’opposizione hanno lanciato degli allarmi in tal senso, ma sono caduti nel vuoto e nella condiscendenza: la voce del Partito Democratico locale appare ‘silenziata’, dal contentino del direttore amministrativo o dall’intervento di un’altra forza di maggioranza – ha aggiunto Bongiovanni - . Non accettiamo che vogliate un ospedale finanziato ‘preferibilmente’ con fondi pubblici; sarebbe meglio dire ‘esclusivamente’: se il privato mette piede nella gestione dell’ospedale pubblico la cosa inciderà profondamente sul bilancio dell’azienda sanitaria ospedaliera”.

Chi non ha figurato tra i proponenti dell’iniziativa ma al presidio si è presentato in ogni caso è stato il consigliere Beppe Lauria, per cui “la sanità non è una battaglia di parte ma di tutti”: “In un Comune normale dovrebbe essere la ‘madre di tutte le battaglie’, almeno dal punto di vista del coinvolgimento, ma non è stato così. Approfitto di quest’ordine del giorno per riconoscere in questa battaglia un terreno comune con i proponenti, anche se da loro mi separa l’ideologia. Il risultato è il fine ultimo, in questo caso come in altri e abbiamo già perso troppo tempo”.

D'Ulisse: "Noi mai succubi, complici o accondiscendenti"

D’Ulisse, dopo aver sciorinato i dati - preoccupanti – di cui sopra, ha anche risposto ai proponenti e alle minoranze intervenute sull’oggetto in discussione: “L’iniziativa del presidio, pur fondamentalmente lodevole, ha mischiato la battaglia legittima per la salute pubblica e quella dell’ospedale unico al S.Croce – ha detto - . Il territorio e la città necessitano di una struttura unica efficiente e valida, e in questi mesi si è fatto un sofismo che rigetto: sostenere un progetto finanziato con il partenariato pubblico privato è uguale al sostenere la predominanza della sanità privata su quella pubblica. Non è così: abbiamo espresso preoccupazioni serie sin da subito, mentre la Regione ci prende per i fondelli con dichiarazioni surreali che non hanno ricadute reali e concrete. Non siamo succubi, complici, accondiscendenti con nessuno”.

Mi chiedo come non ci si renda conto di quanto richiedere gli interventi sismici al S.Croce significhi svuotare interi reparti, una richiesta abbastanza utopica – ha aggiunto Maria Laura Risso (Centro per Cuneo) - . La Regione deve aprire le orecchie e prendere atto del fallimento. Noi, intanto, smettiamo di pensare di poter continuare a utilizzare una struttura fatiscente”.

Sull’argomento, più infervorato ancora si è dimostrato il consigliere Erio Ambrosino (PD): “Io penso che alla governance regionale non importi proprio nulla dell’ospedale di Cuneo – ha detto - , ma anche che, certo, in questi mesi abbia fatto parecchio comodo uno spot elettorale di questo tipo. La realtà è che sotto il vestito non c’è niente: si indicano linee di finanziamento varie da tempo, senza giungere a niente e a fronte di diverse dimissioni. Invitati a relazionare in apposita sede, i vertici regionali non hanno mai dato cenni di riscontro. E ci credo. Cosa vengono a dirci, che ci stanno prendendo in giro da anni? Che in materia sanitaria hanno collezionato una serie di passi falsi come ‘azienda zero’?

Intanto, la sanità nazionale si fa sempre più improntata alla privatizzazione e il personale del nostro ospedale è costretto da turni massacranti al fuggi-fuggi generale – ha continuato Ambrosino - . Credo però che i proponenti abbiano strumentalizzato la questione unendo nella loro manifestazione la giusta battaglia per la sanità pubblica e la convinzione che l’ospedale debba stare in città: così non si fa altro che rimanere spettatori di un governo regionale senza idee, che gioca sulle divisioni locali ben sapendo che il nuovo ospedale non verrà mai realizzato. Non sarebbe meglio accantonare la discussione sul contenitore per salvaguardare l’eccellenza che c’è?

Simone Giraudi

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