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Attualità | 20 settembre 2023, 09:14

“Frutta biologica, il mercato “stanco” richiede uno sforzo comune di produttori e consumatori”

Lo afferma Cia Cuneo con il responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo, Maurizio Ribotta. Che aggiunge: “Per il comparto bisogna anche ridurre l’eccessiva burocrazia”

“Frutta biologica, il mercato “stanco” richiede uno sforzo comune di produttori e consumatori”

Le sfide attuali dell’agricoltura biologica richiamano all’importanza di maturare una riflessione profonda e di prevedere azioni concrete rivolte al futuro. In particolare, l’emergere di una situazione di mercato “stanco” per i prodotti frutticoli certificati bio, soprattutto per la frutta tardo primaverile ed estiva, rappresenta un campanello d’allarme, ma anche un’occasione per riconsiderare l’approccio verso la questione e per lavorare insieme nell’ottica di un cambiamento positivo.

 

Quali sono le ragioni del fenomeno e come si prospettano gli sviluppi del comparto? Ne abbiamo parlato con Maurizio Ribotta, responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo di Cia Cuneo. Afferma: “L’attuale mercato “stanco” per la frutta bio è un problema complesso, conseguente all’interazione di vari fattori. L’aumento delle superfici coltivate con metodi biologici potrebbe contribuire a una sovrapproduzione che, a sua volta, andrebbe a incidere sul prezzo e sulla domanda. Inoltre, i consumatori, specialmente in un periodo nel quale la capacità di spesa delle famiglie sta diminuendo, potrebbero essere influenzati dal prezzo più alto dei prodotti biologici”.

La non corretta programmazione degli impianti può avere un impatto su questa situazione? “Assolutamente sì, perché condiziona il risultato finale. Nell’agricoltura biologica, è essenziale avere un approccio altamente consapevole e attento alla gestione delle colture. Qualsiasi errore in questa fase può avere ripercussioni sulla qualità e sulla quantità del raccolto”.

Ci sono soluzioni? “Affrontare questa sfida richiede un approccio completo, equilibrato e collaborativo. Da un lato è cruciale educare i consumatori sui benefici reali dei prodotti biologici, anche se il prezzo può essere leggermente più alto. Dall’altro lato, è importante che i produttori adottino metodi di gestione sostenibili così da garantire un raccolto di alta qualità. Inoltre il settore deve lavorare per ottenere una riduzione della burocrazia, in modo da concentrarsi maggiormente sullo sviluppo ambientale e commerciale”.

Quali potrebbero essere le implicazioni future di questo quadro sull’agricoltura biologica del comparto frutticolo? “Se la tendenza persiste, si potrebbe assistere a un ritorno massiccio all’agricoltura convenzionale, con conseguenze contrastanti rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea e della strategia “Farm to Fork”. Per evitare uno scenario del genere diventa essenziale affrontare la sfida attraverso uno sforzo collettivo, coinvolgendo l’intero settore e le diverse parti interessate”.

L’esagerata burocrazia come influenza il sistema dell’agricoltura biologica frutticola? “Ha un impatto negativo su tutti gli attori coinvolti. I  consumatori fanno fatica a riconoscere il valore aggiunto dei prodotti bio e, quindi, non sono invogliati ad acquistarli. I produttori si sentono demotivati e poco supportati nelle attività per gli iter eccessivi e un ritorno economico ai loro investimenti poco soddisfacente. Se non addirittura sotto costo”.

 

Le conclusioni

E’ il momento di agire insieme per garantire che l’agricoltura biologica possa crescere e fiorire, diventando una realtà sostenibile e prospera. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nella sfida e in modo congiunto è possibile costruire un futuro migliore per tutti con la scelta di prodotti capaci di valorizzare l’impegno svolto da chi lavora con l’obiettivo di tutelare gli aspetti socio-ambientali del nostro Pianeta.  

  

c.s.

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