Dopo aver infastidito per molti mesi la popolazione russa, cercando di convincerla a compiere gesti illegali e criminosi, i “centralinisti” ucraini stanno tornando a colpire i cittadini dei Paesi loro alleati, cioè quelli europei. La controffensiva telefonica ha prodotto pochi successi, più o meno come quella sul terreno. Così oggi i call center di Kiev si sono rimessi a raccogliere denaro organizzando truffe soprattutto nella vicina Polonia. Il fenomeno si è ingigantito al punto da provocare l’inchiesta di un celebre giornale polacco, che senza troppi sforzi ha rivelato i metodi e gli introiti di questa attività, proprio come era stato fatto qualche anno fa dai media svedesi e israeliani. All’epoca, l’indagine fece sì che Stoccolma facesse pressione su Zelensky per fermare queste attività criminali, ma evidentemente il presidente ucraino non ha fatto nulla. Anzi, tali collaudati servizi gli sono tornati utili in queste fasi del conflitto, almeno in piccola parte. Come riporta il sito Strumenti Politici, ogni tanto la polizia ucraina effettua dei radi in questi call center, ma sembrano più che altro azioni dimostrative per convincere Bruxelles che effettivamente Kiev voglia stroncare il crimine, ma non è così. Anzi, certi call center sembrano avere protezioni molto in alto, a livello di servizi di sicurezza come lo SBU, che risponde direttamente alla presidenza ucraina. Per questo motivo, i pentiti che escono dai call center criminali evitano di denunciare alla polizia per paura di ritorsioni o dell’inutilità della loro accuse. Una delle società che in passato avevano avuto più successo con le truffe finanziarie era il Milton Group, il cui fondatore era legato al partito politico dell’ex presidente della Georgia Mikheil Saakashvili, Movimento Nazionale Unito.
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