Quella del Centro di accoglienza di via Pola ad Alba è una storia "sospesa", che attende un nuovo capitolo per arrivare al finale dopo un'estate turbolenta. "Siamo in attesa, la situazione non è facile", ci conferma don Mario Merotta, direttore della Caritas Diocesana albese.
Quando riaprirà il Cpa?
"Non possiamo saperlo, attendiamo il benestare della Questura. Potrebbe arrivare tra 30 minuti o ci potrebbero volerci dei giorni. Noi siamo pronti, abbiamo preparato un'area, anche se la situazione non è ancora ottimale".
In che senso?
"Alcuni locali sono ancora occupati e stiamo aspettando lo sgombero: una porta è stata sfondata nei giorni scorsi per poter usufruire delle docce".
Come procede il dialogo con il Comune di Alba?
"Bene, siamo allineati e i contatti sono continui. La nostra idea è quella di cambiare le regole del Centro di prima accoglienza. Vogliamo occuparci degli ultimi, di quelli che non hanno documenti, lavoro e prospettive. I senzatetto ad Alba non si vedono, non dormono fuori come a Torino, ma ci sono e devono essere aiutati".
Degli stagionali se ne occuperebbe il Comune, quindi?
"Sono coinvolti diversi Comuni del territorio, enti, aziende e associazioni per sviluppare unità abitative diffuse. Trovare casa è un problema, spesso insormontabile, per uno straniero".
Come pensate di agire?
"Abbiamo un elenco di persone, ma non è sempre facile stabilire chi ha lavoro e chi non lo ha. Vogliamo anche precisare che accanto a persone bisognose, c'è anche chi si è reso responsabile di comportamenti criminali e sarà perseguito dalla giustizia".