Giovedì 28 settembre ha avuto luogo la riunione di cultura sportiva del Panathlon Club Mondovì, alla presenza del presidente Ezio Tino che è stata organizzata in accordo e compresenza con il Rotary Club Mondovì. Per l’occasione, soci e ospiti hanno potuto ascoltare gli interessanti aneddoti dei due illustri relatori, il Dott. Pietro Pisano e il Prof. Matteo Guelfi, che hanno offerto il racconto della loro esperienza professionale raccontando come si gestisce un infortunio di un atleta professionista, visto da due punti diversi e complementari: il lato medico specialistico e quello della comunicazione con i media.
Il caso specifico da cui si è partiti per evidenziare le diverse angolazioni del dramma di un infortunio di un atleta professionista, è stato l’incidente in gara accaduto allo sciatore della nazionale italiana di sci alpino Mattia Casse e le sue conseguenze a brevissima distanza dai campionati mondiali: come scegliere il tipo di intervento più appropriato per il miglior risultato sul piano della guarigione e di una riabilitazione che doveva essere la più rapida possibile per poter permettere all’atleta di partecipare ai campionati mondiali. Nello stesso tempo, gestire al meglio sui media e con gli sponsor, la comunicazione della sua assenza temporanea dalle competizioni, curando comunque una presenza mediatica al fine di non danneggiarlo sul piano dell’immagine.
Il Dott. Pisano (1982) è giornalista professionista. Dopo aver avuto a che fare con il Gruppo Editoriale l’Espresso ed esser stato figura chiave nella comunicazione sportiva di Genoa, Inter ed Hellas Verona, oggi ricopre per lo più la posizione di comunicatore. Dal 2017 si occupa infatti di comunicazione corporate e di impresa e ricopre il ruolo di media manager di Leonardo Bonucci e Mattia Perin, oltre a gestire le sponsorizzazioni per conto di Monza e Genoa. Al di fuori dal campo, coordina la comunicazione istituzionale per lo Yacht Club Italiano, è responsabile dell’ufficio stampa e delle relazioni esterne dell’Ospedale Policlinico San Martino e della clinica privata Villa Montallegro, collabora attivamente con Liguria Digitale ed è referente per Axpo (azienda italiana leader nello sviluppo di progetti di efficienza energetica).
“Quando Mattia Casse si è infortunato, il Prof. Guelfi lo ha curato in tempi record in modo che potesse partecipare al Mondiale.
Per quanto riguarda il mio punto di vista, si è deciso di realizzare una miniserie per mostrare a tifosi e sponsor come funziona la sanità privata da un lato e come funziona il recupero di un atleta professionista da un infortunio grave dall’altro. Oggi gli atleti sono aziende, bisogna tenere aggiornate le persone che ruotano intorno alle loro carriere ed il pubblico con notizie sempre aggiornate e il più possibile vere. Ecco perché l’idea della miniserie con il racconto dell’evoluzione delle cure, dalla A (operazione chirurgica) alla Z (ritorno all’attività agonistica). In casi come questo l’iter per una comunicazione ad hoc è che sia chiara e trasparente: il segreto durante la “crisis management” è quello di raccontare sempre la verità e mai le bugie. Serve trasparenza!
Per quanto riguarda altre mie attività, sono stato anche direttore della comunicazione per alcune squadre di calcio. È un ruolo che si è evoluto rispetto al passato. Negli anni ‘80 era molto facile per i giornalisti avvicinare ed intervistare i calciatori, li si aspettava ai cancelli dei campi al termine degli allenamenti o nel momento in cui salivano in auto e il gioco era fatto. C’era molta più spontaneità, ma anche molta più confusione dal punto di vista della comunicazione, con notizie spesso contraddittorie che potevano danneggiare sia gli atleti che le società. Poi con il Milan di Berlusconi è cambiato tutto. Berlusconi ha creato una nuova figura, “il comunicatore”, che ha cominciato a razionalizzare le richieste della stampa. Oggi tutte le aziende sportive hanno un comunicatore che lavora sull’immagine dell’azienda stessa. I social, in questo senso, sono un’altra arma molto potente, che a volte, in mani ingenue o in momenti di rabbia, possono creare situazioni di imbarazzo e tensione.
Per il resto, ha raccontato Pietro Pisani, sono media manager di Leonardo Bonucci dal 2016. Quest’anno gioca a Berlino, dopo aver lasciato la Juventus, ma non posso andare più nel dettaglio sulla sua situazione, in quanto è in corso una causa legale tra lui e la società torinese. Il suo obiettivo resta comunque la disputa di un campionato tedesco ad ottimi livelli, per cercare di conquistare la maglia azzurra per partecipare al prossimo Campionato Europeo”.
Il Prof. Guelfi (1985) è medico chirurgo specialista in ortopedia. Dopo essersi specializzato sulla cura delle patologie della caviglia, del piede e del ginocchio, in modo particolare degli sportivi, e aver trascorso diversi periodi all’estero in centri d’eccellenza (l’Hospital for Special Surgery di New York e il Dipartimento medico del Boca Juniors a Buenos Aires), è oggi considerato uno dei principali referenti nazionali e internazionali sull’artroscopia della caviglia, tecnica fondamentale nel trattamento delle patologie degli sportivi e dei traumi distorsivi. Dal 2015 collabora infatti con la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) come medico delle squadre nazionali di coppa del mondo di sci alpino, con la quale ha preso parte a 3 edizioni dei Campionati del Mondo. Da quest’anno è inoltre consulente ortopedico del Genoa Calcio Femminile. Tra l’altro, opera presso alcuni dei maggiori centri chirurgici del paese, come la Casa di Cura Villa Montallegro a Genova, le strutture del Policlinico di Monza ad Alessandria e il Paideia International Hospital di Roma.
“La mia passione per lo sci e l’ortopedia mi ha portato a collaborare con la FISI e la nazionale di sci, questo sarà l’ottavo anno. Quanto all’infortunio di un atleta, la situazione non è mai semplice da gestire e ci sono sempre molte variabili in ballo. Innanzitutto, per gli atleti professionisti lo sport è lavoro, di conseguenza l’obiettivo da ricercare è il recupero tempestivo: tornare a competere il prima possibile e nella migliore forma atletica e psicologica possibile. Su questo influisce ovviamente anche il momento in cui ci si fa male. Dal mio punto di vista è una sfida stimolante, un po’ stressante ma bellissima e molto soddisfacente. I momenti più belli e più brutti della mia carriera? I più belli sono legati alle vittorie o a bei risultati: l’oro di Cortina, la vittoria di Zagabria, Casse che riesce a correre al mondiale a Cortina dopo l’infortunio, il podio di Florian in Alta Badia. I più brutti sono legati agli infortuni: se io come medico della squadra non lavoro sono tutti contenti (ride, ndr)! Da quest’anno seguo anche il Genoa Femminile: una bella sorpresa, c’è molta professionalità nell’ambiente”.