Lasciato da parte il rigido protocollo della visita che lo scorso anno aveva portato ai piedi delle Langhe il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (allora per l’omaggio a Beppe Fenoglio e Michele Coppino), si è consumata nella leggerezza di una rimpatriata tra amici la cerimonia con la quale il ministro della Difesa Guido Crosetto ha da poco tagliato il nastro della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, edizione numero 93.
"L’ultima in cui parleremo di Asti-Cuneo", ha promesso dal palco del Sociale il governatore Alberto Cirio, non senza sollievo e rivendicandone il merito, come sempre nei panni del padrone di casa durante l’abituale cerimonia a teatro insieme al sindaco Carlo Bo, alla presidente dell’Ente Fiera Liliana Allena, a Mariano Rabino per l'Atl Langhe Monferrato Roero e ad Antonio Degiacomi per il Centro Nazionale Studi Tartufi.
Con loro un nutrito parterre di autorità (tra queste l’europarlamentare Gianna Gancia, la vicepresidente nazionale Pd Chiara Gribaudo, il vicepresidente regionale Fabio Carosso, i consiglieri Paolo Bongioanni, Matteo Gagliasso, Ivano Martinetti, il presidente provinciale Luca Robaldo, quello della Fondazione Crc Ezio Raviola) e soprattutto di sindaci, con tante fasce tricolori a colorare i festeggiamenti per l’apertura di quello che rappresenta l’evento-principe dell’autunno turistico sul territorio delle colline Unesco.
"Sono felice di venire qui e trovarvi facce che conosco da quarant’anni", ha detto dal palco del Sociale il più volte deputato e ministro, che nel governo di Giorgia Meloni ha la pesante delega alla Difesa ricordando i trascorsi da amministratore locale nella sua Marene e quindi quelli da parlamentare del territorio ("L'unico nella storia che si sia mai dimesso", lo ha canzonato bonario Cirio), impegnato prima e dopo la cerimonia a stringere mani mentre incalzato sul tema delle origini richiamava la pavesiana immagine del paese che "ci vuole", perché "venire qui serve per respirare l’aria di cui ho bisogno".
LE PAROLE DEI PROTAGONISTI [VIDEO]
Questo prima di far sorridere la platea ricordando che "Alberto (Cirio, ndr) me lo ricordo quando era un ragazzino, faceva il vicesindaco e portava i capelli lunghi". E di trovar l’applauso dei tanti convenuti ricordando la figura del compianto amico Pietro Ferrero di fronte alla signora Maria Franca, seduta in prima fila come abituale ospite d'onore della cerimonia.
"Dovremmo girarci una fiction, su Michele Ferrero, per spiegare al mondo come è possibile coniugare ricchezza, sviluppo e solidarietà", le ha reso omaggio il ministro, prima di dedicarsi al tartufo, protagonista di serata, che nella sua idea fa parte di "quelle eccellenze con le quali l’Italia sa rendersi unica agli occhi del mondo".
"Uno dei simboli del nostro modello – ha spiegato non senza orgoglio –, il modello di un territorio e di un Paese dove c’è storia, determinazione, visione, lavoro, innovazione: se sommiamo queste cose non c’è nessuno che possa superarci".
Tagliato il nastro la Fiera può iniziare. Da domani, sabato, i battenti del Mercato Mondiale allestito nel cortile della Maddalena si apriranno per accogliere frotte di turisti (da battere il record dei 95mila ingressi dello scorso anno) e per nove settimane la capitale delle Langhe sarà una fucina di eventi, ma anche di riflessioni. "L’Alba del Futuro", il tema di quest’anno, che richiamerà nuovamente l’urgenza di ragionare attorno ai temi del clima e sostenibilità, di generazioni a venire e di prodotti della terra – e tra questi il tartufo – da preservare.