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Attualità | 04 novembre 2023, 09:40

Biometano a Canove di Govone, il comitato per il "no" ha incontrato Ferrero e Snam

Convocata a fine mese nuova conferenza dei servizi. Si valuta se il commissariamento del Comune dopo le dimissioni del sindaco sia motivo ostativo per la prosecuzione dell'iter di autorizzazione

Diversi gli incontri pubblici tenuti nella frazione per la costituzione del comitato che si batte contro l'impianto

Diversi gli incontri pubblici tenuti nella frazione per la costituzione del comitato che si batte contro l'impianto

Il Comitato No Biometano a Govone ha divulgato una nota stampa aggiornando le attività svolte e quelle previste nelle prossime settimane.

La Provincia di Cuneo ha convocato per il 28 novembre la seconda Conferenza dei Servizi, alla quale parteciperanno tutti gli enti competenti a valutare il progetto dell’impianto in previsione nella frazione Canove di Govone al centro della contestazione popolare e causa delle dimissioni del sindaco e del commissariamento del Comune.

Non potrà essere presente, a seguito delle dimissioni, l’Amministrazione eletta del Comune di Govone. L’assenza, a parere di esperti, è motivo ostativo per la prosecuzione della valutazione dell’iter, che andrebbe sospeso almeno sino a nuove elezioni. In proposito la commissaria prefettizia, dottoressa Claudia Bergia, in data 13 settembre ha affidato a uno studio legale l’incarico di supporto giuridico e assistenza stragiudiziale finalizzata a meglio valutare aspetti e criticità oltre a ponderare un iter amministrativo-gestionale a tutela dell’ente stesso.

La stessa procedura è stata imboccata dal Comitato, che ha incaricato un legale di fiducia affinché depositi opportuna documentazione a contrasto della realizzazione dell’impianto.

Lo scorso 5 ottobre il presidente e il vicepresidente del direttivo del Comitato, Roberto Cantamessa e Fabrizio Massarone, hanno incontrato rappresentanti della Ferrero, della Snam e l’ingegnere progettista.

Nel contesto si sono espresse le ragioni principali del "no" all’impianto: verrebbe consumato prezioso suolo agricolo; si consumerebbe una notevole quantità di acqua; sarebbe comunque un impianto, inquinante e che emette CO2 in atmosfera; ci sono già impianti esistenti di produzione di biometano, in zona e in Lombardia (per lo stabilimento di Pozzuolo Martesana), sufficienti ad accogliere gli scarti alimentari Ferrero; verrebbe ubicato in un territorio già sovraccarico di industrie ed impianti e a ridosso dell’abitato, in una zona a vocazione agricola e turistica, tanto da essere in corso l’iter di inserimento di Govone e dei comuni circostanti nella buffer zone Unesco e dove gli abitanti hanno manifestato la propria contrarietà, firmando in 1.600 contro l’impianto. Non è infine il miglior utilizzo delle matrici di scarto della ditta Ferrero, che sarebbero inviate ad una digestione anaerobica in fase liquida anziché direttamente al terreno a mezzo compostaggio.

In subordine, se davvero tale impianto deve essere realizzato, si richiede la rilocalizzazione in modo da ridurre le distanze dal luogo di produzione delle matrici, in modo da non utilizzare suoli vocati all’agricoltura e tutelare il paesaggio. In particolare, al termine della riunione, i rappresentanti del Comitato hanno richiesto di valutare con attenzione, come possibile sito di realizzazione, l’area industriale di Alba Corso Asti, destinata comunque dal PRG ad edificazione e dotata di tutte le caratteristiche richieste.

La ditta Ferrero Spa, da parte sua, ha dichiarato che l’impianto in progetto è parte del proprio programma di decarbonizzazione, per cui se ne assume la paternità e garantisce che la realizzazione sarà fatta nel massimo rispetto della salute delle persone e dell’ambiente e che i mezzi pesanti che trasporterebbero le matrici in entrata e gli scarti di digestione solidi sono ragionevolmente quantificati in circa 18/giorno e transiterebbero esclusivamente sull’autostrada. Inoltre ha deciso di produrre il biometano non utilizzando liquami animali per evitare problemi di sorta, in particolare impatti odorigeni; a tal proposito il Comitato ritiene che tale scelta debba essere ricondotta alla propria opera di monitoraggio e pressione istituzionale e mediatica.

Il Comitato ha infine richiesto una profonda riflessione sull’opportunità di rilocalizzare l’impianto, in zona idonea e meno compromissiva e lo studio comparativo dei siti effettuato a monte della progettazione, che Snam e Ferrero hanno fornito a valle della riunione e che conferma l’ubicazione scelta.

Sarà indetta un’ulteriore prossima riunione, al fine di conoscere le rispettive ragioni, sebbene divergenti, senza intermediari e in maniera trasparente.

Silvano Bertaina

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