Molto partecipato il consiglio comunale aperto di Guarene, svoltosi ieri 10 novembre nella sala «Anfossi» del municipio, con all’ordine del giorno la discussione sul futuro della casa di riposo per anziani.
La struttura è chiusa dal luglio scorso per inagibilità e inutilizzata da circa un anno e nel 2018 la sua gestione è passata alla Fondazione “SS Carlo e Francesco” in attuazione della legge regionale di riordino del Terzo Settore.
Proprio il presidente della Fondazione Emilio Cantamessa ha illustrato le recenti vicissitudini dell'ente e i problemi che hanno portato la realtà guarenese a non essere più economicamente sostenibile a causa dell'aumento dei costi di gestione e al limitato numero di ospiti, tutti anziani autonomi, presenti nella struttura. La pandemia ha messo poi a dura prova una realtà già molto condizionata da significativi costi di mantenimento.
Nel suo intervento Andrea Castello, consigliere di nomina comunale guarenese, ha ribadito la posizione del paese all’interno del Cda, quindi la necessità di ridefinire il modello organizzativo della Fondazione per poter accedere a Fondi dei Progetti Europei e per trovare soluzioni concrete alla situazione attuale.
Anche i consiglieri comunali nei loro contributi hanno rimarcato la speranza che l'istituzione torni ad occupare lo spazio che ha nel cuore della comunità, senza snaturarla, destinandola sempre all’assistenza delle persone anziane.
Erano presenti assessori e consiglieri comunali, l'intero CdA della Fondazione “SS Carlo e Francesco”, che ingloba gli istituti di Govone e Guarene, il dottor Luca Monchiero della Commissione di vigilanza sui presidi socio assistenziali dell'ASL Cn2, il presidente del Consorzio socioassistenziale Marco Bertoluzzo e molti ex amministratori comunali e dell'IPAB guarenese.
La presenza del CdA ha fugato ogni ipotesi di vendita dello stabile. Il capogruppo di maggioranza Mattia Artusio ha messo in evidenza come i problemi di progettualità della Fondazione limitano di fatto le attività alla sola struttura govonese, che ad oggi presenta un bilancio positivo.
Le precisazioni di Luca Monchiero e Marco Bertoluzzo hanno chiarito che sarà impossibile riavere una Casa di Riposo impostata come in passato, per l'insostenibilità del rapporto fra costi e bacino d'utenza, ma che si potrebbero aprire diverse ipotesi di utilizzo, in sinergia con tutto il Roero e la città di Alba: ad esempio si potrebbero realizzare un Centro diurno per la Terza età o un Centro diurno dedicato a persone affette da Alzheimer, sul modello di quello già operativo a Bra.
È intervenuto anche l'ex sindaco Franco Artusio, che ha ribadito per la minoranza l'importanza di ridare linfa all'ente in linea con le necessità attuali della popolazione anziana.
Nella chiosa finale il sindaco Simone Manzone ha espresso il suo parere: “Propongo un tavolo di lavoro come già indicai nel 2018 dai banchi di minoranza, nel momento della fusione fra le strutture. Questo Consiglio ha messo in evidenza il desiderio di tutti i guarenesi di volere la loro Casa di riposo viva, partendo dal Lascito di Paoletti adattandolo ai bisogni della società contemporanea. Siccome la Fondazione ha ad oggi un bilancio positivo e la struttura di Guarene costituisce un peso ribadiamo la nostra proposta di scissione e propongo a tutti i consiglieri di votare al prossimo Consiglio comunale una mozione che proponga un'accelerazione dell'iter, in linea con quanto previsto dalla legge e dallo Statuto. Per Guarene avere una propria Fondazione chiamata a dare nuova progettualità all'ente sarebbe una straordinaria occasione per il paese e per il territorio”.