Ieri a San Rocco Castagnaretta si è spento all’età di 73 anni don Giovanni Battista Riberi, per tutti don Gianni, parroco per lunghi anni a Boves, Entracque, Valdieri, Castelletto Stura, Riforano e Montanera oltre che vicario generale della Diocesi cuneese dal 2001 al 2017. Il nostro Silvano Bertaina lo ricorda qui con uno scritto che ne tratteggia la figura di personaggio che lascerà un grande vuoto nei tanti che ne hanno potuto apprezzare le doti personali e umane.
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Io ti ricordo così: ultimo della fila, zaino in spalla, bandana in testa.
Davanti gli animatori, i bambini o i ragazzini più grandi o le famiglie, incamminati sul sentiero, la Rocca Provenzale o il Sautron sullo sfondo.
Tu a chiudere, insieme a quelli che pativano di più la salita o alla bimba che quel giorno proprio non ne voleva sapere e tu le raccontavi qualche storiella, e passo dopo passo la portavi in cima, con tutti gli altri, senza preoccuparti troppo della discesa.
“In qualche modo, giù si viene sempre”, dicevi.
Ti aspettavamo dove ci avevi detto. Dopo un’ora di cammino lo zuccherino col limone. Dopo un’altra ora pane e cioccolata, magari una marmellatina e la preghiera, dove non mancava mai un pensiero alla Madonna.
Te ne sei andato proprio il giorno dell’Immacolata caro Don Gianni, accolto senz’altro dalla tua seconda Madre come uno dei figli più amati.
Per la tua vita, per il tuo modo di essere. Amavi la montagna, amavi l’Inter, amavi guidare l’auto un po’ troppo spavaldamente, amavi i bambini, amavi gli anziani, amavi sorridere, forse un po’ meno negli ultimi tempi di sofferenza, ma noi conserviamo il tuo viso allegro, il tuo sguardo arguto di bimbo.
Ricordo quando ci raccontavi che i tuoi genitori trafficavano in banane, una cosa un po’ inusuale a Cuneo: credo avessero un magazzino di frutta all’ingrosso e tu camminando in montagna mi raccontavi come si dovevano conservare questi frutti.
E poi passavi a parlare di Zenga, di Mazzola, di quel giocatore o di quell’altro, che l’Inter ti bruciava dentro e quando vinceva lo sapevamo dalle campane che suonavi alle ore più strane.
Da curato a parroco di Boves fra la fine degli anni ’80 e i primi del 2000 hai lasciato un segno importante.
Poi sei andato a Valdieri-Entracque, poi a Castelletto Stura-Riforano-Montanera con tanti impegni extra, fra cui quello di Vicario Generale dal 2001 al 2017 e un cuore un po’ ballerino.
Forse un cuore troppo buono.
Ora puoi camminare nei pascoli infiniti del cielo con i tuoi scarponi e la maglietta di Ronaldo, quello nerazzurro, e finalmente riposare.
Ritrovare il tuo amico Beppe 'Nano', la tua cuoca preferita Emma, tanti amici che ti hanno preceduto e ti hanno voluto bene.
Più di un sacerdote, un amico.