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Attualità | 23 gennaio 2024, 19:36

Trovata a Rocca Cigliè una lapide fascista che ricorda l'embargo imposto all'Italia per la campagna d'Etiopia

A fare la scoperta il sindaco Luigi Ferrua: "Era capovolta verso il basso, si pensava fosse dedicata ai caduti. Ora, con l'ok della Soprintendenza, verrà spostata"

La lastra rinvenuta a Rocca Cigliè

La lastra rinvenuta a Rocca Cigliè

Per anni il paese ha pensato che fosse di una lapide in memoria dei caduti della Seconda Guerra Mondiale, si trattava invece di una lastra marmorea voluta da Benito Mussolini recante la scritta "18 novembre 1935".

La scoperta a Rocca Cigliè, grazie al sindaco Luigi Ferrua che spiega: "La lastra si trova vicino all'albero della piazza, rivolta verso la pavimentazione ed essendo molto pesante non avevamo avuto occasione di poterla capovolgere. Chiedendo anche ai miei predecessori informazioni, l'opinione generale era che fosse una lapide dedicata ai caduti della Seconda Guerra Mondiale. Poi, nelle scorse settimane, avendo in paese un mezzo telescopico ho chiesto che la lastra venisse girata ed ecco la scoperta. Anche se rovinata dal tempo era ancora leggibile la data con la scritta, chiaramente non era quello che si pensava. Così ho fatto un po' di ricerche e contattato la Soprintendenza dei beni culturali". 

La scritta recita: "18 novembre 1935, perché resti documentata nei secoli l'enorme ingiustizia consumata contro l'Italia, alla quale tanto deve la civiltà di tutti i continenti". 

Si tratta di una delle numerose lastre in marmo di Carrara che Mussolini diede ordine di installare, in ogni Comune, per ricordare le sanzioni economiche inflitte dalla Società della Nazioni contro l'Italia, a seguito della campagna d'Etiopia. 

"Vennero installate in tutti i comuni, in dimensioni differenti - prosegue il sindaco - Molte poi sono state rimosse, altre esistono ancora ma sono stati cancellati i fasci littori. È un pezzo della nostra storia che pone due riflessioni: la gravità delle campagne coloniali che hanno causato vittime innocenti e allo stesso tempo la punizione che subì l'Italia per mano di due delle più grandi potenze coloniali, la Francia e il Regno Unito". 

Ancora non si sa quale destino avrà la lapide, il Comune intanto ha chiesto e ottenuto l'ok della Soprintendenza per spostarla e riporla in un magazzino. 

Arianna Pronestì

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