Ammonterebbe a 275.483.120 euro il debito “ecosistemico” maturato dal Comune di Fossano nei diciassette anni compresi tra il 2006 e il 2022; per il solo 2023, la città degli Acaja viaggerebbe su una cifra – ovviamente da sommare a quella precedente – di 11.822.800 euro. Dati che la piazzerebbero tra le città della Granda e del Piemonte più cementificate in assoluto.
Il calcolo di ISPRA
A darne notizia il forum Salviamo il Paesaggio nell’atto di lancio di una nuova campagna nazionale per indurre le istituzioni a intavolare ragionamenti legati alla piaga del consumo di suolo, e alle sue conseguenze tangibili in un mondo in costante cambiamento dal punto di vista climatico e ambientale.
Campagna che si avvale dei dati – relativi, appunto, al periodo 2006-2022 - sul consumo di suolo registrati e resi noti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) tra il 2006 e il 2022: nel calcolo si riassumono gli ettari di suolo naturale perso negli ultimi diciassette anni, la percentuale di superficie comunale impermeabilizzata, il costo annuale in migliaia di euro derivante dalla perdita della risorsa suolo e il debito complessivo accumulato.
Un debito compreso tra i 79mila e i 97mila euro
Ma cosa significa “costo ecosistemico”? Cosa si perde, annualmente, per ogni ettaro consumato di suolo?
Secondo ISPRA e il forum, un ettaro libero porta un assorbimento di 90 tonnellate di carbonio, il drenaggio di 3.750.000 litri d’acqua e – se viene coltivato – la possibilità di sfamare completamente sei persone. In questa maniera, ogni impermeabilizzazione calcolata induce una perdita complessiva compresa tra i 79.000 e i 97.000 euro annui. Che, ovviamente, non scompaiono al passare dei dodici mesi ma si sommano progressivamente.
Se Fossano piange, Cuneo non ride
Dei Comuni della provincia cuneese ben 89 risulterebbero rei di aver consumato suolo in percentuale superiore alla media nazionale, che si attesta attualmente sul 7,14% (quindi circa un Comune su tre): Bra, Castagnito, Cuneo, Genola, Guarene, Monticello d'Alba, Piobesi d'Alba, Santa Vittoria d'Alba, Torre San Giorgio, Vignolo e Roddi hanno fatto registrare dati superiori al doppio del valore, mentre Alba, Borgo San Dalmazzo e Grinzane Cavour addirittura vicini al triplo.
“Maglia nera”, come detto, per Fossano ma anche il capoluogo di provincia non se la passa molto bene secondo i dati ISPRA: il debito ecosistemico si attesta su circa 240 milioni di euro, e quello del 2023 su poco meno di 11 milioni. Tra i Comuni piemontesi peggiori nel periodo preso in esame, Fossano è quinto sotto Alessandria e Cuneo settimo sopra Trecate; Fossano è, però, terzo in Piemonte nella classifica del debito complessivo accumulato, e il capoluogo quarto. Tra le altre sette sorelle importanti anche i debiti di Savigliano (114.868.600 euro) e Mondovì (105.177.600 euro).
Le percentuali e i Comuni virtuosi
Secondo quanto riportato dal forum questi sarebbero i valori percentuali di consumo di suolo più numericamente rilevanti in provincia:
Alba 19,32%
Borgo San Dalmazzo 20,65%
Bra 16,00%
Canale 13,56%
Castagnito 15,74%
Cervasca 14,10%
Costigliole Saluzzo 11,88%
Cuneo 15,72%
Diano d'Alba 11,76%
Genola 14,92%
Grinzane Cavour 18,21%
Guarene 15,37%
Manta 11,36%
Mondovì 12,70%
Monticello d'Alba 14,72%
Pianfei 13,57%
Piasco 12,62%
Piobesi d'Alba 16,27%
Roddi 14,41%
Ruffia 12,67%
Santa Vittoria d'Alba 16,61%
Sommariva Perno 11,56%
Tarantasca 11,99%
Torre San Giorgio 15,98%
Vignolo 15,61%
Villanova Mondovì 11,70%
Menzione d’onore – in senso positivo, questa volta – per Alto, Bergolo e Caprauna, che fanno registrare una percentuale di consumo di suolo pari a zero. La lista complessiva dei Comuni con una percentuale inferiore all’1% vede invece rappresentati Acceglio, Aisone, Argentera, Briga Alta, Canosio, Casteldelfino, Castelmagno, Celle di Macra, Crissolo, Elva, Entracque, Macra, Marmora, Oncino, Pietraporzio, Pontechianale, Valdieri e Vinadio.