L’actinidia è una coltura da anni in pericolo a causa di patogeni e cambiamenti climatici e che, in particolare nel 2015, era stata vittima della moria. A partire da quel momento, in Piemonte sono stati già estirpati oltre 1600 ettari, che ha causato una riduzione della superficie totale coltivata a 3000 ettari, di cui solo la metà si stimano ancora regolarmente produttivi.
Questa specie frutticola è in forte difficoltà in Piemonte come anche negli altri areali di coltivazione nazionali. Per questo la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana (SOI) ha attivato un gruppo di lavoro nazionale deputato alla ricerca di soluzioni per la gravissima sindrome della moria che sta ipotecando il futuro della coltura in tutta Italia. Tutto questo sarà al centro della giornata tecnica Quale futuro per il kiwi?, che Fondazione Agrion ospiterà venerdì 24 maggio nel proprio Centro di Ricerca per la frutticoltura a Manta in via Falicetto 24.
A partire dalle 8.30 saranno discusse tutte le tematiche inerenti la gestione della moria del kiwi e alle 11 i partecipanti saranno coinvolti nella visita in campo di alcuni appezzamenti dove concretamente è possibile valutare il comportamento dei nuovi portinnesti confrontandoli con gli impianti standard.
Si analizzerà l’effetto mitigante di una corretta irrigazione, ma anche la fertilità del suolo, i nuovi portinnesti potenzialmente interessanti per prevenire lo sviluppo della sintomatologia e le pratiche agricole: tutti elementi che saranno trattati anche alla luce del cambiamento climatico, che risulta uno dei fattori scatenanti la moria.
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