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Attualità | 21 maggio 2024, 10:46

Cuneo, il Cerialdo tra sovraffollamento, carenza di personale e nuovi detenuti: “Situazione tesa, ma il peggio sembra passato”

Ieri (20 maggio) la visita della VI commissione nella struttura penitenziaria del capoluogo, e l’incontro con il direttore Minervini. Che ammette: “Vissuti momenti difficili. Presto nuovi ispettori e agenti”

I commissari nell'incontro con il direttore Minervini

I commissari nell'incontro con il direttore Minervini

La struttura del carcere ha indubbiamente vissuto momenti di particolare tensione, riportati anche dagli organi di stampa, ed è inutile negarlo. Certo le criticità, specie quelle generali e che coinvolgono il nostro istituto come qualunque altro in Italia a vari gradi di gravità, non sono terminate ma stiamo lentamente tornando a tirare il fiato”.

Parole del direttore del carcere “Cerialdo” di Cuneo Domenico Minervini protagonista, ieri (lunedì 20 maggio), della VI commissione consiliare svoltasi proprio nella struttura di via Roncata. Presenti – oltre ovviamente ai consiglieri commissari – il presidente Erio Ambrosino, la sindaca Patrizia Manassero, il garante dei detenuti Alberto Valmaggia e i rappresentanti delle associazioni Sesta Ora e Aria Aperta.

La struttura, tra sovraffollamento e mancanza di personale

Minervini ha illustrato alla commissione e ai presenti la situazione – appunto, indubbiamente travagliata – in cui versa il carcere cuneese, incentrata particolarmente su due elementi: l’incremento dilagante dei detenuti (pari praticamente al 50%, negli ultimi due anni), anche frutto di alcuni trasferimenti e sfollamenti da altri istituti del territorio nazionale in qualche caso di grande entità numerica e operati con poco preavviso, e l’ormai endemica carenza di personale formato.

Attualmente la struttura conta 148 agenti, di cui circa 45 con meno di un anno di servizio – ha spiegato Minervini - : le nuove assunzioni sono al pari dei previsti pensionamenti ma questo è tutto personale che deve essere formato. E questo è il punto, mancano attualmente le figure degli ispettori, che facciano da intermediari tra gli agenti e la direzione, una carenza grave e ormai acclarata anche a livello nazionale. Insomma chiariamoci, non c’è la fila per lavorare qui ma è necessario avere in struttura più personale, anche sanitario, per limitare le uscite e non pesare esageratamente sulla gestione delle forze disponibili”.

Stiamo per ultimare il raddoppio della sezione ‘41 bis’, che porterà il numero dei detenuti complessivo a 440 unità, e la struttura è stata qualificata come ‘Istituto di primo livello di qualità superiore’ ma le criticità rimangono – ha aggiunto il direttore - . Abbiamo già realizzato diversi incontri con la Prefettura e l’amministrazione comunale, che ringrazio sempre per la grande attenzione dimostrata, e i primi timidi tentativi di miglioramento si stanno finalmente realizzando. Da lunedì prossimo dovrebbero prendere servizio duo nuovi ispettori ed entro luglio accoglieremo venti nuovi agenti”.

La “nuova” popolazione carceraria, specchio della società fuori

Il carcere è lo specchio della società che sta al di fuori ma in cui questo è installato – ha poi continuato Minervini - . L’utenza di oggi è diversa, più problematica, di quella del passato e con una grande rappresentanza di tossicodipendenti. C’è una grande rappresentanza di detenuti che sono dentro per spaccio, come per furti e rapine di particolare serietà e violenza, fenomeni tutti ovviamente collegati. Che non si possono risolvere ‘militarizzando’ il sistema come si è fatto negli Stati Uniti, che contano un milione di detenuti e non mi pare abbiano strade granché sicure”.

Minervini ha aggiunto, poi, alle criticità l’ampia distribuzione di detenuti di origine straniera – oltre il 60% del totale, attualmente - , un problema principalmente di comunicazione e che si riversa però anche nell’adesione alle attività proposte: “I corsi di alfabetizzazione li abbiamo sempre fatti ma l’iscrizione, volontaria, è in calo – ha aggiunto ancora - . Servono risorse per potenziarle, perché sono valvola di sfogo importante per l’aggressività e la frustrazione dei detenuti e potenziale soluzione, almeno in parte, per le tensioni (che si sono sperimentate anche nel periodo del Ramadan, nonostante la grande disponibilità da parte nostra). Necessario sarebbe poi potenziare le attrezzature e le attività sportive, proprio in questo senso”.

Questo carcere ha una storia, ben riconosciuta anche dai detenuti, di rigore – ha concluso il direttore - . L’impegno a organizzare attività e iniziative c’è e ci sarà sempre ma perché funzionino davvero serve il giusto clima. E, ora come ora, non c’è o almeno non c’è del tutto”.



(La VI commissione consiliare)

Manassero: “A Cuneo grande collaborazione tra istituzioni”

Il presidente Ambrosino ha definito l’incontro come una “bella opportunità per noi e per la città nel suo insieme”: “I modi per contrastare la carenza di personale ma soprattutto il sovraffollamento ci sono, tra cui il ricorso a soluzioni di pena alternative in strutture ad hoc. Una strada e una possibilità da valutare”.

I consiglieri presenti – specialmente Flavia Barbano, Giancarlo Boselli, Ugo Sturlese, Franco Civallero, Maria Laura Risso e Vincenzo Pellegrino – si sono interrogati sul modo concreto in cui i rappresentanti della città possano venire incontro alle esigenze della struttura.

Ringrazio davvero il direttore Minervini, che da gennaio è fisso sulla nostra struttura, per averci accolti in questo nuovo appuntamento di confronto con la realtà del carcere – ha commentato in chiusura la sindaca - . Il lavoro fatto e da fare è tanto, davvero alti gli obiettivi, ma le criticità generali del sistema penitenziario (che, non bisogna dimenticarlo, conta in totale in Italia 61mila detenuti, ovvero più della popolazione del nostro comune) sempre difficili da affrontare: ne consegue, in diversi casi, un vero e proprio ‘scollamento’ tra territorio e strutture. Importanti i progetti di accoglienza che possono contribuire a ridurre l’illegalità e quindi la carcerazione delle persone; meglio se fossero previsti dalle norme nazionali e presenti su tutto il territorio, non solo su base volontaria”.

I temi sono complessi, insomma, ma mi pare che qui da noi ci sia grande rispetto e spirito di collaborazione tra enti e istituzioni” ha concluso Manassero.

Simone Giraudi

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