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Politica | 29 maggio 2024, 17:13

Cuneo, in Consiglio l'analisi dei cinque anni di politica sanitaria regionale

Tra critiche e risultati in periodo pandemico Centro per Cuneo (con un'astensione) si schiera al fianco della governance Cirio-Icardi. Le minoranze: "In maggioranza un matrimonio tra forze politiche ormai alla fine"

La consigliera Maria Laura Risso (Centro per Cuneo)

La consigliera Maria Laura Risso (Centro per Cuneo)

Certo che la nostra richiesta ha finalità politiche, e ci mancherebbe altro. Volevamo smascherare la complicata posizione assunta da una delle anime della maggioranza, che non può che votare contro un ordine del giorno che critica la politica sanitaria del governatore Alberto Cirio, sostenendolo alle prossime elezioni. Posizione difficile anche perché la pone in netto contrasto con il resto della maggioranza stessa”.

Mancano ormai dieci giorni all’appuntamento elettorale regionale, un’eventualità che negli ultimi mesi è entrata di prepotenza nei lavori del Consiglio comunale di Cuneo – con alcuni momenti, anche, di grande tensione e un inasprimento dei rapporti tra maggioranza e minoranza - , e il consigliere Giancarlo Boselli (Indipendenti) non ha perso l’occasione per sottolineare ancora una volta il sostegno di una parte della maggioranza di governo della città al candidato di centrodestra.

L’ha fatto attraverso un ordine del giorno incentrato su un’analisi – senza sconti – dei cinque anni di gestione sanitaria regionale Cirio-Icardi: “Uno scenario terribile quello attuale, dove il curarsi non è più un diritto reale e concreto, ma che non si discosta molto dalla realtà nazionale. Anche la sinistra ha ormai accettato le ingerenze dei superpotenti della finanza in settori come quello della medicina e della farmaceutica, un cedimento che impedisce la sussistenza dei limiti e dei parametri precedenti, e che stiamo pagando caro”.

Da maggioranza e minoranza il sostegno alle critiche

L’istanza del capogruppo degli Indipendenti è stata rilanciata e sostenuta da diversi dei consiglieri intervenuti. Come Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Se ci sono settori nei quali l’amministrazione regionale è stata fallimentare a causa di scelte precise, uno di questi è sicuramente la sanità; è evidente manchi la cultura della salute collettiva, tranne che nel periodo elettorale”.

La politica, di qualsiasi livello, dovrebbe avere cura della salute delle persone – ha commentato Beppe Lauria - . Grave, negli anni, il ridursi progressivo delle risorse dedicate. Il patto di stabilità, una scelta errata che inevitabilmente va imputata sia alla sinistra che alla destra, per anni costerà miliardi a questo paese: dove li si prenderà, secondo voi?

La mancanza di personale, uno degli scenari di crisi principali, è da ricercarsi nel blocco delle assunzioni e nei buchi della programmazione, a cui nessuno ha mai posto rimedio – ha aggiunto Antonino Pittari (Gruppo misto di maggioranza) - . I medici lavorano a ritmi davvero massacranti, un vero e proprio sacrificio che incide inevitabilmente sull’esodo verso la sanità privata”.

Lo schema del presidente Cirio è chiaro e reiterato, i meriti sono suoi e le responsabilità degli altri venuti prima di lui – ha detto Claudia Carli (PD) - . Dimentica però che sempre lui, della giunta Cota caduta dopo tre anni e dieci mesi, era assessore. Le accuse strumentali provano a nascondere le scelte indegne effettuate in materia sanitaria; la sanità piemontese è allo stremo, in questi ultimi cinque anni l’unica cosa che è aumentata sono i gettonisti. La giunta regionale ha perseguito l’idea di una società diseguale che guarda alla privatizzazione assoluta e nella quale si accede alla sanità unicamente se si hanno i soldi”.

Se c’è qualcosa che sta facendo del male alla sanità pubblica è la narrazione del ‘sono tutti uguali’: le conseguenze di chi amministra prima ricadono certo su chi viene dopo, ma nessuna governance è uguale alle altre – ha aggiunto la sindaca Patrizia Manassero - . Il piano di rientro è stato un macigno sulla sanità regionale, e la regionalizzazione degli ultimi anni possiamo definirla, a posteriori, non la migliore delle opzioni possibili. Così come non è stato affrontato il tema della medicina di territorio”.

“C’è tanto da salvare, in questi cinque anni”

Altri interventi si sono invece schierati contro l’ordine del giorno, e in difesa dell’operato regionale negli ultimi cinque anni. Come quello di Franco Civallero (FI) che ha detto di aver sentito “tante inesattezze, che nascono a volte da ‘marchi’ politici specifici”: “Non dimentichiamoci i due anni di pandemia, in cui è stato impossibile far funzionare tutto alla perfezione; degli scorsi cinque anni di politica regionale c’è molto da salvare e l’impegno per i prossimi c’è. Le cose miglioreranno ancora”.

Degli errori effettuati in questo ultimo ventennio non si può non prenderne atto – ha aggiunto Maria Laura Risso, candidata alle elezioni regionali proprio in sostegno a Cirio – e le responsabilità sono da ricercarsi nei colori della politica che questi vent’anni li hanno amministrati. Non dimentichiamo, anche, lo scatenarsi della pandemia: qualunque governo avrebbe avuto serie difficoltà nella gestione di un evento storico e inaspettato. La promessa è quella di andare avanti sulla strada tracciata in questi cinque anni, lavorando sulla risoluzione dei tempi d’attesa infiniti e sull’edilizia sanitaria”.

Ovvio e chiaro che ci si trovi, oggi, in un momento critico per la sanità, ulteriormente acuito dalla pandemia e dalla riduzione delle risorse dedicate, ma il programma del presidente Cirio tiene conto della realtà – ha aggiunto, infine, Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo) - . L’ordine del giorno ci appare ingeneroso e ingiusto: la sua finalità è meramente politica, e idealmente non si tiene conto dei due anni di pandemia. Speculazioni politiche sul tema della salute dei cittadini sono veramente di cattivo gusto. Auspico che a un ulteriore rappresentante del cuneese venga dato accesso al consiglio regionale”.

Centro per Cuneo e la maggioranza: un “matrimonio alla fine”?

L’intervento della Risso e la conclusione di quello di Pellegrino, però, hanno scatenato ulteriori discussioni, per lo più tangenziali all’argomento vero e proprio del dibattito. Specie nel passaggio in cui ha sostenuto che negli ultimi cinque anni “in Regione sia mancata la rappresentatività del territorio cuneese, la possibilità di far sentire la voce dal basso. Il cuneese necessita di un cambio di passo”.

A quel punto è scoppiata una breve bagarre in Consiglio, che ha visto Sturlese particolarmente accalorato: “Disgustoso, come si fa a realizzare un dibattito su queste basi e in questo modo?” ha detto, prima di lasciare l’aula.

Del tutto normale l’intervento della Risso, che però la pone direttamente in contrasto con le opinioni del resto della maggioranza – ha ricordato ancora Lauria - : dire che la provincia è stata abbandonata è ridicolo, è intervenuta in questo modo per dirci che con l’elezione, quasi sicura, del dottor Marco Gallo (tra l’altro chiaro rappresentante della sanità privata) le cose cambieranno?

Poi, rivolgendosi alla sindaca: “Questa sera ha avuto la prova provata di un matrimonio, quello vostro con Centro per Cuneo, ormai giunto alla fine; specie quando la discussione verte su questioni dirimenti come la sanità diventa complicato trovare una sintesi tra le vostre varie anime. L’auspicio che Gallo diventi assessore alla sanità è aberrante: l’idea di far gestire la sanità pubblica a uno che ha fatto della sanità privata il suo core business mi crea più di un dubbio”.

Dello stesso parere anche Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) e Pittari: “Davvero di cattivo gusto fare campagna elettorale in questa sede – ha detto il primo - . Le consiglio di dimettersi dal gruppo di maggioranza ed entrare in quello misto di minoranza, sarebbe questione di rispetto e opportunità politica”; “Non è vero che i rappresentanti della provincia siano mancati in Regione, Cirio stesso è di Alba – ha commentato il secondo - . Un intervento con diverse imperfezioni, quello della collega, che racconta cose non vere e lo fa sulla pelle di chi, nel settore sanitario, ci lavora”.

Prima della votazione – che ha visto il Consiglio approvare l’ordine del giorno con diciannove voti favorevoli, dieci contrari e due astenuti - , la Risso ha risposto al fuoco di fila: “Attacchi davvero poco equilibrati e feroci nei confronti di Marco Gallo, un amministratore alla fine di un’esperienza locale ottima. Non demonizziamo il settore privato, potremmo averne bisogno”.

Simone Giraudi

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