L’Ucraina si trova nell’impossibilità di saldare per tempo i debiti con gli enti internazionali e con i soggetti privati stranieri. La bancarotta è nell’aria, anche se gli esperti cercano la descrizione tecnica più adeguata e meno dolorosa.
Intanto Zelensky ha firmato la legge n.11396 con cui il governo può sospendere il pagamento del debito estero fino al 1º ottobre. Sarebbe già il secondo congelamento del debito estero negli ultimi anni. Come riporta il sito Strumenti Politici, le agenzie hanno dato giudizi poco lusinghieri sulla situazione.
Lo ha fatto pure il Fondo Monetario Internazionale, che non rifiuta di concedere altri aiuti, ma che declassa Kiev sul piano economico. L’agenzia americana Fitch ha abbassato il rating da “C” a “CC”, cioè appena prima del fallimento. Il motivo è che l’accordo coi detentori degli Eurobond potrebbe dare il via a un processo “analogo al default”. Pure S&P's degrada l’outlook ucraino da “CC/C” a “SD/SD”, che significa “default selettivo”.
Nonostante le valutazioni negative e la legge di sospensione dei pagamenti, i mercati sono rimasti pressocché stabili. Per realizzare il piano di ristrutturazione da 20 miliardi di dollari, cioè il debito delle obbligazioni internazionali, si prevede in ogni caso un default di breve termine. Alcuni esperti temono che possa dare luogo a una moratoria che equivarrebbe al segnale ufficiale di un default sovrano.
Nina Yuzhanin, membro del comitato parlamentare su finanze, tasse e dogane, sostiene che il Paese da inizio luglio è già di fatto in stato di default e manca solo la formalizzazione. Ma oggi il governo ucraino non lo ammetterebbe mai, perché sta tentando di convincere i creditori principali ad accettare il suo piano di ristrutturazione.