Seppur atteso – grazie soprattutto ai quotidiani bollini di allerta meteorologica dell’Arpa Piemonte, che segnalavano “allerta gialla” sulla nostra provincia -, lo scatenarsi del maltempo nel pomeriggio di ieri (mercoledì 7 agosto), con forti piogge, grandinate, fulmini e raffiche di vento, non ha fatto mancare l’occorrere di disagi più o meno diffusi.
È notizia ancora di ieri, per esempio, che diversi sentieri del Parco Fluviale Gesso e Stura siano stati bloccati dalla caduta di alberi e rami (con conseguente intervento dei tecnici comunali e della Protezione Civile per la loro liberazione). Ma il capoluogo di provincia – specie nelle aree frazionali – ha vissuto altri momenti difficili, legati alla caduta di alcuni pali della Telecom e della luce. Come segnalato al nostro giornale dalla consigliera comunale Flavia Barbano, è il caso di via Chiri e via della Magnina, in frazione Madonna dell’Olmo.
Enrici: “Nessuna formazione e scarse risorse”
Le foto sono certamente esplicative, e preoccupano. Ma la situazione – legata all’ammaloramento dei pali della luce – non nasce certo ad agosto 2024, ma si è ampiamente aggravata negli ultimi vent’anni.
“Sino agli anni ‘90-’00 la Telecom, nelle sue varie ‘incarnazioni’, ha provveduto a un ampio controllo e alla manutenzione dello stato ‘di salute’ degli elementi che compongono e linee aeree – racconta il consigliere Silvano Enrici -: si mettevano in azione sin dalla primavera squadre di ‘guardafili’ che operavano una manutenzione completa, tagliando rami e piante che avrebbero potuto generare disagi e interruzioni della linea cadendo sui fili, controllando gli isolatori, i pali e i tiranti e aggiustando definitivamente i guasti invernali appena tamponati. Ora, e cioè da almeno quindici anni, non è più così”.
Enrici stesso, oggi pensionato, ha fatto parte di queste squadre per decenni. E non ha dubbi: il problema dei pali della luce caduti, come di molti di quelli ancora in piedi, è la mancanza di manutenzione da parte di chi dovrebbe attuarla (Telecom, fino a qualche tempo fa, o Fibercop).
“I pali magari non hanno collegamenti con l’utenza ma risultano comunque gravemente pericolanti, marciti, da sostituire - prosegue il consigliere -. Sono convinto il personale, quando interviene, faccia tutto ciò che può per risolvere le situazioni di rischio ma fino a poco più di un decennio fa era concretamente formato per il compito. Ho paura che, oggi, non venga messo in condizione di poter lavorare come allora: non possono che apporre cartelli di pericolo e, in casi di comprovato pericolo di caduta, far intervenire i vigili del fuoco, com’è successo proprio ieri a Madonna dell’Olmo”.
Una situazione cronica, insomma, che nello scenario del pomeriggio di ieri non ha portato al coinvolgimento di cose o persone – o comunque, se la fatto, in misura tutt’altro che grave – ma che configura un rischio serio per la cittadinanza del capoluogo.