La scorsa settimana in val Tanaro si è spento all'età di 70 anni il medico Pietro Revetria.
Nel corso della sua carriera era stato responsabile temporaneo della S.C: della Chirurgia dell'ospedale di Ceva e, nel 2013, era stato nominato direttore delle strutture integrate di chirurgia di Saluzzo e Savigliano.
Proprio dal val Tanaro arriva il tenero ricordo del dottor Revetria della signora Ines Carazzolo, che ci ha scritto una lettera:
La morte non guarda in faccia nessuno,
la morte sconfigge tutti,
la morte ha sconfitto anche te:
ha sconfitto l’uomo, il corpo, la forza,
ma non la sua tenacia e la ferrea caparbietà.
Ha sconfitto la tua vita:
una vita importante,
una vita rumorosa,
una vita di famiglia,
una vita di lavoro,
un lavoro diventato una vita.
Una vita fatta di persone, di situazioni, di molte altre vite e di tante, grandi, piccole storie;
una vita che è una storia,
una storia che, in molti, sapranno raccontare.
Nella malattia, il frastuono;
nella morte, la quiete di un arrogante silenzio:
uno studio vuoto, un telefono muto, un trattore
zittito guarda uno scavatore inoperoso.
È così, è inevitabile.
La morte porta con sé il velo del ghiaccio, il silenzio del vuoto e la sensazione del niente.
La malattia si è nutrita di te e della tua fibra,
la morte si è saziata del tuo essere e del tuo esistere.
Hai vissuto così, come ti è stato insegnato;
hai vissuto come è inevitabile vivere:
cedendo, ogni giorno, all'inesorabile vortice della quotidianità;
amando, fortemente, il domani;
sperando, assiduamente, nel futuro divenire.
Il silenzio della morte, oggi, porta con sé il tuo nome,
inciso sulla pietra che, dal pendio dell'amata collina, scivola a valle, posandosi in un muretto a secco che odora di mare.
Un giorno, mi hai chiesto di scrivere “una poesia” nel dì della tua morte;
oggi mantengo la promessa, ma senza poesia.
Non credo che nella morte possa esserci poesia, ma, di certo, c’è il pensiero di un forte ricordo:
il ricordo del tempo trascorso,
il ricordo delle tue battaglie,
il ricordo degli assensi e anche quello dei più amari dissensi;
un ricordo a tutti comune,
che, come il calore di una maglia di lana,
ti accompagnerà, vivace,
attraverso i misteri di quell'Universo che ti ha sempre incuriosito.
Ines Carazzone