In riferimento alla notizia del conferimento da parte del Comune di Valdieri, della cittadinanza onoraria ad Emanuele Filiberto di Savoia, riceviamo e pubblichiamo intervento del consigliere regionale PD Mauro Calderoni.
Condivido e riprendo le dichiarazioni del Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, ip collega Domenico Ravetti circa la decisione del Comune di Valdieri di concedere ad Emanuele Filiberto di Savoia la cittadinanza onoraria.
Fatta salava infatti la libertà del sindaco e dell’amministrazione comunale di svolgere liberamente la propria funzione, vi è però anche una responsabilità di assegnare un riconoscimento di così alto valore simbolico.
Nel caso di specie, la storia dei Savoia presenta elementi oscuri, in particolare nel contesto di una comunità delle valli cuneesi, dove 80 anni fa nacque la Resistenza allorquando molti giovani “scelsero di stare dalla parte giusta della Storia e di riscattare il Paese dall’ignominia del nazifascismo”.
La monarchia infatti “porta gravi ed imperdonabili responsabilità nell’ascesa di Mussolini, nell’instaurazione della dittatura fascista, nell’alleanza con Hitler, nelle guerre di aggressione e nelle leggi razziali che ci resero complici dello sterminio”.
Se è vero pertanto che “gli eredi non possono essere considerati colpevoli per quello che è successo, la società in cui viviamo merita di non dimenticare”.
Per questo, fatta salva l’assoluta libertà di concedere riconoscimenti a chi viene considerato adatto a riceverli, si colga almeno l’occasione per raccontare la nostra storia.
Questo è invece il testo della lettera di Domenico Ravetti, vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte:
"In questi giorni sono venuto a conoscenza della scelta del Comune di Valdieri di concedere al signor Emanuele Filiberto di Savoia la cittadinanza onoraria. Su queste particolari onorificenze insiste sempre un aspetto, cioè, la libertà del sindaco e dell’amministrazione comunale di svolgere la propria funzione assumendosi la responsabilità di assegnare un riconoscimento di così alto valore simbolico ad una persona, per la sua vita, il suo impegno pubblico, il suo esempio o le sue imprese. Nel caso di specie mi interessa un altro aspetto, ovvero la storia che ha legami fortissimi con la contemporaneità. Mi lasciano alquanto perplesso i virgolettati che ho letto su alcuni giornali riconducibili alle motivazioni storiche che hanno convinto l’amministrazione comunale a concedere la cittadinanza onoraria. Credo sia corretto chiarire, o almeno provare a non fare confusione e precisare che le nostre montagne, a cominciare da quelle del cuneese, sono state bagnate dal “sangue resistente” sparso da coloro che 80 anni fa scelsero di stare dalla parte giusta della Storia e di riscattare il nostro Paese dall’ignominia del nazifascismo. Ciò che mi preme ribadire con forza è che la monarchia porta gravi ed imperdonabili responsabilità nell’ascesa di Mussolini, nell’instaurazione della dittatura fascista, nell’alleanza con Hitler, nelle guerre di aggressione, nelle leggi razziali che ci resero complici dello sterminio. È altrettanto vero che gli eredi non possono essere considerati colpevoli per quello che è successo ma la società in cui viviamo merita di non dimenticare. Per questo, pur nella libertà di concedere premi a chi è considerato adatto a riceverli, si colga l’occasione per raccontare la sostanza della storia così come è davvero stata vissuta".