I bookmaker hanno già fatto le loro previsioni a proposito della composizione del nuovo Consiglio provinciale: 5 seggi a ”La Nostra Provincia”, 4 a “Ripartiamo dalla Granda”, 3 al “Patto Civico per la Granda”.
I pronostici valgono per quel che valgono, ma si sappia che questa è la base rispetto alla quale – eventuali variazioni – verranno lette (a spoglio avvenuto) a vantaggio o a danno degli schieramenti.
Le variabili sono legate essenzialmente a due fattori: l’affluenza ai seggi e i “resti”, elementi che potrebbero modificare le ipotesi degli aruspici del voto.
Inutile negare che, col cambio di maggioranza al Comune di Alba, il centrosinistra (Pd e satelliti) appare avvantaggiato rispetto alla precedente tornata.
Il Patto Civico, grazie al dinamismo del presidente Luca Robaldo, appare in buona forma.
Un po’ più acciaccato il centrodestra, dove Lega e Fratelli d’Italia hanno dovuto ricorrere al “soccorso azzurro” per chiudere la lista.
Inutile anche ricordare ciò che tutta la politica cuneese in questi giorni sa, e cioè che la tensione maggiore si registra tra i Fratelli d’Italia, dove le candidature, per quanto avallate dalle segreterie provinciale e regionale, hanno lasciato strascichi e più d’un mugugno.
Va da sé, dunque, che nel centrodestra a farla da padrone potrebbe essere ancora Forza Italia, che annovera 6 su 12 (la metà) candidati consiglieri.
Ciò premesso, va detto che i margini per nuovi ingressi non sono molti essendo 8 posizioni “quasi” ipotecate dagli uscenti.
“La Nostra Provincia” ricandida tre uscenti: Davide Sannazzaro (Cavallermaggiore), Bruna Sibille (Bra) e Loris Emanuel (Moiola).
“Il Patto Civico”: Vincenzo Pellegrino (Cuneo), Pietro Danna (Monastero Vasco) e Silvano Dovetta (Venasca).
Questa è la formazione in cui il risultato appare pressoché definito prima ancora che si aprano i seggi.
“Ripartiamo dalla Granda” ripresenta: Massimo Antoniotti (Borgomale – Forza Italia) e Simona Giaccardi (Fossano - Lega).
Come si vede, gli spazi contendibili sono ridotti a un terzo (4 su 12), pur col beneficio d’inventario che qualcuno degli uscenti potrebbe essere scavalcato nelle preferenze da qualche competitor della medesima lista.
Il voto ponderato – “pesato” cioè sulla base della popolazione di ciascun Comune – rende in larga parte prevedibile (e poco segreto) il voto degli amministratori.
Tuttavia, la politica in queste settimane s’infervora per un’elezione che avrà comunque le sue inevitabili ripercussioni.