Pare avviato verso una risoluzione il procedimento per danneggiamento aggravato che vede come imputato un 64enne di Cherasco, R. G., chiamato a comparire davanti alla sezione penale del Tribunale di Asti in ragione di una denuncia esposto che porta la firma del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
I fatti risalgono ai primi giorni dell’aprile 2023, quando i Carabinieri della Compagnia braidese venivano informati dai dipendenti dell’azienda agricola "Le nocciole delle Langhe", di proprietà del politico albese, dell’azione di danneggiamento verificata all’interno di un appezzamento situato nelle campagne di Cherasco. Un terreno che la stessa azienda agricola aveva da poco preso in carico affittandolo dall’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero.
Pochi giorni prima, tra il 16 e il 17 marzo, i collaboratori dell’esponente politico avevano messo a dimora in quei cinque ettari di terra 2.160 barbatelle di nocciolo, piante destinate a entrare in piena produzione nel giro di alcuni anni. Cento di quelle piantine furono però estirpate o private dei germogli mediante l’uso di forbici, con un gesto che subito fece pensare a un’azione ispirata da odio politico.
Da qui, e dalla conseguente denuncia presentata dall'ex eurodeputato e vicepresidente di Forza Italia in data 13 aprile 2023, il procedimento che nella giornata di ieri, giovedì 12 settembre, è proseguito presso il palazzo di giustizia astigiano, teatro dell’udienza predibattimentale celebrata davanti alla dottoressa Elisabetta Chinaglia, presente il pubblico ministero Stefano Cotti, i difensori dell’imputato, Silvano Stroppiana e Claudia Appendino, e l’avvocato Roberto Ponzio, rappresentante della parte offesa.
Sentite le parti, la giudice ha dato atto che tra le stesse è in corso una trattativa per arrivare a un accordo transattivo: trattativa per perfezionare la quale si è chiesto un rinvio, che la presidente di sezione ha concesso fissando la prossima udienza del procedimento alle ore 12.15 del 12 dicembre 2024.
"Le ragioni del gesto sono ignote, sembra che l'autore abbia agito per invidia nei confronti del successo economico del governatore", aveva spiegato nei mesi scorsi l’avvocato Ponzio, che ora aggiunge: "L’evento dannoso, concomitante al rilevante impegno istituzionale del presidente Cirio, aveva suscitato qualche sospetto sulla natura dell’atto, che poteva essere interpretato come un possibile avvertimento. Preso atto che si tratta di un dispetto vandalico senza implicazioni di natura politica, si cercherà un’intesa con le conseguenti ricadute processuali".