Inizialmente volevano realizzare una panca attraverso un cantiere-scuola con la collaborazione della Scuola Edile di Cuneo, ma è diventato un vero e proprio percorso formativo per gli ospiti del Centro di salute mentale di Boves.
“Ha dato origine alla realizzazione di manufatti – dichiara la direttrice di Scuola Edile Laura Blua - che oggi vengono esposti per poi essere venduti, il cui ricavato verrà utilizzato per le necessità degli ospiti del centro nella prosecuzione delle loro attività”.
Un'iniziativa che ha avuto delle ricadute sullo stile di vita dei ragazzi che hanno aderito per tutta la durata del progetto e fino alla realizzazione anche di una fioriera e un tavolino esposti all'ingresso del giardino della Casa della Salute di Boves.
Ora il progetto si è concluso con la prospettiva di poter replicare l'esperienza e alcune riflessioni sono d'obbligo.
“Nessuno di noi è esonerato dalle fragilità, sono contenta dell'impatto che questo percorso ha avuto non solo sulla vita degli ospiti del centro ma anche su quella degli istruttori” analizza ancora la direttrice.
Finanziato dal Fondo Sociale Europeo sull'asse dei disoccupati il percorso formativo è stato condotto da istruttori liberi professionisti della Scuola Edile che hanno dato disponibilità.
Dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 17, per un totale di 500 ore pari a circa 62 giornate i ragazzi sono stati affiancati dai maestri nella realizzazione di manufatti.
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Durante l'inaugurazione della mostra con le opere realizzate durante il percorso formativo presso la chiesa Santa Croce in via Roma sono intervenuti il sindaco Matteo Ravera e il dottor Francesco Risso, psichiatra e direttore del Dipartimento di Salute Mentale e la responsabile del centro di igiene mentale di Boves Liviana Blangero.
A lei l'introduzione, in cui ha spiegato l'origine del progetto:"Quando un bisogno incontra un'idea, questo il claim iniziale che ha poi trovato concretamente vita – racconta Blangero - . Un progetto per cui è avvenuta una profilazione preventiva delle persone che avrebbero potuto partecipare per sperimentarsi, riscoprirsi e uscire sul territorio. Ha prodotto socializzazione, normalizzazione e ha dato ritmo alle giornate.
L'importanza del lavoro di equipe ha fatto sì che il progetto riuscisse. Non è stato facile, a volte si è dovuto motivare chi lo era poco ed è stata una scommessa. Ma a un certo punto si è cominciato a vedere oltre”.
Dal canto loro i docenti della Scuola Edile hanno tradotto questo percorso di “attori attivi” in alcune parole chiave: creatività, impegno (legato alla laboriosità e concentrazione), ascolto e attenzione all'altro da parte dei ragazzi e poi infine la condivisione sia della fatica che dei frammenti di vita personale di ciascuno e infine l'emotività.
Le opere rimarranno esposte nella chiesa di Santa Croce a Boves in via Roma fino a domani, dalle 9,30 alle 17.