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Attualità | 14 novembre 2024, 08:33

Bra, aspettando il Caffè letterario di venerdì 15 novembre con “L’ultimo Padrino”

Il caporedattore della Tgr Rai Liguria Luca Ponzi ospite a BrArte per parlare di Matteo Messina Denaro

Bra, aspettando il Caffè letterario di venerdì 15 novembre con “L’ultimo Padrino”

La storia ha dimostrato che spesso la penna è più forte della spada: per sconfiggere un fenomeno complesso e tentacolare come la Mafia è necessario partire dai suoi boss, leggendo le inchieste di bravi giornalisti. Come Luca Ponzi, responsabile della redazione Rai della Liguria, che ha dato alle stampe “L’ultimo Padrino. Vita, morte e crimini di Matteo Messina Denaro” (Rubbettino Editore).

Il libro sarà presentato venerdì 15 novembre, alle ore 21, a Bra, nella sala di BrArte (via Vittorio Emanuele II, 148), nell’ambito del Caffè letterario di Albedo. L’autore dialogherà con la giornalista Silvia Gullino e il fiduciario di Slow Food Bra Gianni Milanesio per una serata ad ingresso libero, che farà focus sulle sfumature dell’animo umano e sui segreti di un potere oscuro che ha attraversato decenni.

Matteo Messina Denaro ha vissuto da fantasma per trent’anni, ben nascosto e quasi sicuramente ben protetto. Per tutto quel tempo molti sono stati pronti a scommettere di averlo visto in mezzo mondo (dalla Germania, alla Spagna fino al Venezuela e addirittura allo stadio di Palermo per una partita di calcio), ma nonostante i diversi mandati di cattura internazionali gli investigatori hanno stentato a prenderlo.

La verità è che Matteo Messina Denaro non si è mai allontanato troppo dalla sua Sicilia. E in trent’anni ha scalato i vertici di Cosa nostra, diventandone il boss incontrastato, facendo affari con la droga, le opere d’arte, i supermercati, le pale eoliche.

Matteo Messina Denaro non è un mafioso qualsiasi, è l’autore di decine di omicidi, tanto che si vantava, raccontando in giro che «Con tutte le persone che ho ammazzato si potrebbe riempire un cimitero»; a lui si deve uno dei crimini più efferati, aver fatto sciogliere un bambino nell’acido dopo oltre due anni di prigionia ed è l’uomo che in Italia ha mosso i fili della strategia stragista della mafia. Dietro gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino c’era lui. Così come dietro le bombe a Milano, Roma e Firenze e la decisione di pedinare e provare a far saltare in aria Maurizio Costanzo.

Su alcuni di quelli che sono i misteri dell’Italia degli ultimi tre decenni ci sono le sue impronte digitali. E c’è poi il lato umano (non sempre il migliore) con le sue debolezze, la passione per la bella vita, a partire da quella vacanza a Forte dei Marmi, l’ultima da uomo libero, fino alle belle donne, tanto da non esitare a far uccidere un rivale in amore. Un uomo che si disperava per i pessimi rapporti con la figlia e che ogni anno ricordava il padre, capomafia anche lui, con un necrologio pieno di affetto.

Il libro ricostruisce trent’anni di latitanza, fino alla cattura avvenuta in una clinica di Palermo dove il boss, malato di cancro, si sottoponeva alla chemioterapia, e prova a far luce sulle protezioni e i legami di Matteo Messina Denaro. Massoneria, politica, servizi segreti, ma anche la cosiddetta società civile, in molti sapevano, ma non hanno mai parlato.

Silvia Gullino

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