***Riceviamo e pubblichiamo la lettera di da parte del professor Marco Piccat***
Siamo qui riuniti a Paesana per salutare un uomo speciale, Giovanni, esempio di
fatica e di speranza per tutta la valle Po, un montanaro lungimirante con tante idee e tanti progetti.
Originale, se non unico come altri crissolesi che hanno vissuto come lui per il loro
paese, molto diversi fra loro, ma accomunati dall'amore per il luogo dove sono nati o dove si sono sistemati per vivere:
Don Luigi Destre e Renato Maurino, altre rocce ... sui sentieri di Viso.
Giovanni Genre, o Giuan del Cap, è il giovane pastore che a 22 anni decide di
vendere le pecore per andare militare a Saluzzo e il giorno del congedo si compra
una Vespa 150, uno strumento speciale per lui, perché la ruota posteriore di questa
servirà ad attivare l'alternatore, grazie ad una cinghia trapezoidale, necessario a
fornire energia elettrica alla prima piccola locanda di Pian della Regina.
La sua vita è stata esemplare nel cambiare, crescere, perfezionare i propri obiettivi
che lo hanno trasformato da pastore a imprenditore; le sue mani hanno tanto da
raccontarci:
- ha fatto il pastore
- ha trasportato il cemento con la mula 'Grisa' per lo skilift Granero
- ha fatto il cameriere e il cuoco a Montoso
- ha cavato il marmo a la Cros Forant per dieci anni
- ha preparato, dal 1974 ad oggi, quintali di polenta peri turisti e gli sportivi degli
impianti sciistici da lui gestiti a Pian della Regina
- ha curato gli ulivi a Sanremo nell'autunno della sua vita .
E' stato l'uomo dei pini per il destino di nascita ed è diventato l'uomo degli ulivi,
come nel Medio Evo si diceva solo dell'imperatore Carlo Magno che aveva voluto
conoscere ed unire le culture germaniche ed arabe.
Il capolavoro che nessuno può togliergli, perché realizzato con le sue sole forze
contro tutti e tutto, è stata la creazione della struttura di Pian della Regina, un centro di assoluta eccellenza per l'accoglienza degli sportivi e dei turisti di montagna.
Come Adamo, di cui nel Santuario di S. Chiaffredo per tanti anni aveva osservato la figura,si è posto il problema di rendere non solo curato, ma al massimo fruibile
l'ambiente naturale ed umano. Per questo ha lavorato giorno dopo giorno sempre
nell'ottica della costruzione dell'anello Crissolo- Pian della Regina, indispensabile ai suoi occhi per il futuro della vallata, divenendo lui stesso un elemento identificativo dell'esperienza:
camicia a quadri
pantaloni di velluto
cane bianco...
Parlava con tutti, spiegava, diceva la sua sul suo Monviso, sulla sua bellezza, sui suoi cambiamenti di umore e sui suoi pericoli, sul fascino e insieme sacrifici della vita in montagna, sulle storie,come sulle antiche vie del contrabbando.
Rita Levi Montalcini, Ermanno Olmi per arrivare a Luca Mercalli non sono che
alcune delle migliaia di persone che arrivavano a Pian della Regina per gustare del
panorama alpino, della polenta rustica e incontravano Giaun del Cap.
Per questo, nel salutarlo, ricambiando l'ultimo bicchiere di genepy che ci ha offerto, voglio dedicargli una poesia scritta in occitano da Tavio Cosio che parla di pastori e del loro attaccamento alla terra, amore che durerà fino alla fine della stessa, e del
loro sicuro e forte aiuto a quanti, insieme a Gabriele e Roberta, in primis,
continueranno ad impegnarsi per il futuro di questo angolo di paradiso.
DANSAREN MAI -DANZEREMO ANCORA
Un cane bastardo e libero abbaia
ai dodici rintocchi
che bucano il silenzio della notte.
Dove sono quei buoni cristiani che un tempo
vivevano dove oggi non si vuole più vivere?
Domani danzeremo ancora su una moneta
da quattro soldi la “Treccia” e la “Courenta”
mentre una vecchia fisarmonica
intonerà”Se va bene sposeremo Antonio,
se va male sposeremo Giovanni”
Poi faremo l'incanto.
Un giorno i pastori danzeranno ancora,
Arveire Giuan
Marco Piccat