Notizia del giorno. Lo sapevate che mentre noi ci lamentiamo per il possibile rincaro del caffè a 2 euro, c’è in atto una battaglia all’ultimo dollaro? A dirlo, non proprio in questi termini, è il rapporto “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata” di Oxfam.
In sintesi: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri... ovviamente sempre più poveri. Per essere precisi, la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2mila miliardi di dollari solo nel 2024, che poi sono tipo 5,7 miliardi al giorno. A un ritmo tre volte più veloce rispetto al passato.
Nel frattempo, il numero di poveri che sopravvive con meno di 6,85 dollari al giorno è fermo lì, inchiodato al 1990: oltre 3,5 miliardi di persone. Un numero che non cambia da 30 anni.
Oxfam ci ricorda inoltre che nel 2024 i miliardari sono aumentati: 2.769 rispetto ai 2.565 del 2023. Il valore complessivo dei loro patrimoni? Passato da 13 a 15mila miliardi di dollari in 12 mesi, cifre che noi comuni mortali non potremmo guadagnare nemmeno in sette vite.
Più che un trend, sembra una corsa, perché quest’anno sono 3.028 le persone in tutto il mondo che compaiono nella lista annuale dei miliardari di Forbes. È la prima volta che il numero totale di miliardari supera quota 3mila. Il totale dei loro patrimoni raggiunge la cifra record di 16.100 di dollari, una somma superiore al Pil di qualsiasi paese al mondo, eccetto Stati Uniti e Cina. Il patrimonio medio di un miliardario è ora di 5,3 miliardi di dollari.
E indovinate da dove arriva buona parte di questa ricchezza? Rendite di posizione e colossi tecnologici. Giusto per curiosità, nella classifica di Forbes i tre uomini più ricchi del mondo sono Elon Musk con 342 miliardi di dollari, segue Mark Zuckerberg con 216 miliardi e infine Jeff Bezos che si “accontenta” di 215 miliardi.
A dominare la graduatoria italiana è sempre lui, Giovanni Ferrero, patron dell’azienda dolciaria di Alba, 41° su scala mondiale con un patrimonio di circa 38,2 miliardi di dollari. Subito dietro, Andrea Pignataro, il boss di Ion Group, colosso fintech e Giancarlo Devasini, ex medico e ora re delle criptovalute.
Le donne si fermano al 13,4% del totale e la più ricca è Alice Walton, erede di Walmart, che con 101 miliardi scavalca Françoise Bettencourt Meyers di L’Oréal (81,6 miliardi).
Il dato che spesso fa impennare la frustrazione è che più di un terzo di queste fortune deriva da eredità. Sì, avete capito bene. Per dirla con un famoso adagio, “nascere con la camicia” è sempre più comune. E se nel mondo il 36% delle fortune dei miliardari deriva da eredità, in Italia i patrimoni degli ereditieri arrivano fino al 63%.
Ora, non vogliamo di certo demonizzare la ricchezza. La questione qui è più complessa e riguarda il divario clamoroso tra chi di soldi ne ha in esubero (e non sempre meritatamente) e chi invece a stento riesce a guadagnarsi la pagnotta.
Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, conferma: «L’incapacità di contenere la concentrazione di ricchezza tende a consolidare il potere nelle mani di pochi e generare paperoni trilionari». La società diventa quindi sempre meno inclusiva. E non è solo questione di soldi: la precarietà economica e la marginalizzazione culturale favoriscono politiche identitarie che spingono gli ultimi contro gli ultimi.
Il futuro? Chissà, forse troveremo la ricetta per un mondo più equo. O forse no, perché come dice Oxfam la politica spesso guarda altrove.