Un’infermiera professionale, ora in pensione, Daniela Ribero, che per oltre vent’anni si è occupata di Vulnologia nell’Aslcn1, in particolare nel Saluzzese, ci ha fatto pervenire questa segnalazione che rivolgiamo a chi di dovere.
La Vulnologia – lo ricordiamo - è quella branca della medicina che si occupa della cura delle cosiddette “ulcere cutanee”, quelle lesioni che hanno una lenta guarigione e che possono essere causate da problemi vascolari, malattie autoimmunitarie, dal metabolismo o anche da ustioni.
La gran parte dei pazienti in cura presso gli ambulatori di vulnologia è affetta da diabete.
Da che io mi occupo di Vulnologia, cioè dal 2003 e fino al 2024, il “nomenclatore tariffario nazionale” delle protesi ed ausili prevedeva il rimborso di calzature ortopediche di serie ai pazienti diabetici a rischio (prevenzione primaria, in presenza cioè di presupposti per sviluppare lesioni ai piedi) ed ad alto rischio (prevenzione secondaria cioè il paziente aveva già avuto delle lesioni).
Era previsto anche il rimborso delle calzature ortopediche realizzate su misura.
Per avere diritto, occorreva avere almeno il 34% d'invalidità ed ovviamente i requisiti necessari, che erano verificati dai diabetologi, cui spettava la prescrizione ed il collaudo delle calzature.
Inizialmente, il paziente aveva diritto ad un paio di calzature l'anno poi, credo, nel nomenclatore tariffario precedente all’attuale, si è stabilito che la prescrizione poteva anche essere posticipata a 18/24 mesi se le calzature non erano usurate. Qualsiasi commento è superfluo visto che si parla di uno/due anni.
Adesso, siccome il nuovo nomenclatore fa riferimento ai “Lea” (Livelli essenziali di assistenza), è stata tolta la rimborsabilità delle calzature di serie.
Restano rimborsabili quelle su misura, che però in percentuale sono decisamente meno delle altre.
Mi limito ad alcune considerazioni come infermiera che ho operato per oltre vent’anni ogni giorno a contatto con pazienti di questo tipo: le scarpe di serie per diabetici devono rispondere a precise caratteristiche ed hanno quindi un costo non inferiore ai 150 euro. Non tutti se le potranno permettere.
Il paziente diabetico di per sé sottostima la sua patologia, perché il diabete riduce la sensibilità ai piedi. Quindi anche in presenza di calli enormi piuttosto che di lesioni non avverte il dolore.
La rimborsabilità, sulla scorta dell’esperienza che ho maturato in tanti anni, aiutava di molto la prevenzione primaria e anche la secondaria perché sono molteplici i casi di recidiva.
Inoltre, non va dimentica che il diabete spesso determina anche arteriopatia.
Per essere più espliciti, d’ora in poi il rischio è di un aumentato del numero di amputazioni minori (dita) e, in prospettiva, forse anche maggiori.
Al momento “per fortuna” non è stata tolta la rimborsabilità dei plantari di scarico da mettere nelle scarpe.
Si spera che vengano poi inseriti in scarpe predisposte e non in calzature made in China.