Sabato 10 maggio, alle ore 18:00, la Galleria Corso Torino 18 di Alba omaggia la figura di Bruno Rosano (Pratorotondo di Acceglio, 1954 - 2022) con la grande mostra articolata nell’arco del 2025 in tre sedi espositive di cui la seconda è allestita presso i locali di Alba, Corso Torino 18.
L’esposizione, curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé, in collaborazione con Francesco Revello e Carmen Valoti, e con il sostegno della Famiglia Rosano, si avvale dell’organizzazione della Mamo Educational Foundation e della Galleria Corso Torino 18.
La mostra presenta una trentina di fotografie in grande formato - tratte dall’archivio del grande scialpinista, fotografo e autore di memorabili libri, guide e cartine della Valle Maira - in cui sono protagonisti i laghi e le cascate dell’alta Valle Maira, alcuni dei tanti “Tremila” da egli scalati, i molti rifugi, le grange innevate, i panorami a volo d’uccello sulla Ferrata degli Alpini Oronaye, i valloni con la famosa Rocca Provenzale, le “tende di ghiaccio” del Pis Passet e, infine, le vedute dei borghi di Elva, di San Damiano Macra e del medievale Pònt Rufin di Stroppo-Pessa, senza tralasciare l’ampia inquadratura che da Canosio raggiunge Rocca la Meja dal Becco Nero.
Ci sono proprio tutti, i principali ed eterni protagonisti di un paesaggio unico e straordinario che Bruno Rosano ha attraversato, cartografato, fotografato e poi pubblicato nei suoi volumi dedicati a far conoscere al pubblico e ai turisti amanti della montagna il contesto geografico e naturalistico delle montagne valmairesi. Con un particolare metodo di ripresa che negli anni ha sviluppato e perfezionato, realizzando scorci incredibili e attendendo per ore la luce del sole o del tramonto che potesse rivelare in un “momento unico e irripetibile” il Lago Roburent colto dal versante francese in piena e cristallina aria diurna, il Lago Nero all’imbrunire e il Monte Chambeyron da Tê de la Frema.
Sono vedute ariose e maestose che restituiscono “quel” attimo irripetibile d’incanto e di bellezza che solo la natura sa offrire e che Bruno Rosano ha racchiuso nelle sue fotografie, scattate e rielaborate con empatia, maestria e fine sensibilità. Sono immagini che offrono nuove interpretazioni della montagna e che sono il frutto di un punto di vista originale e di particolare distinzione del suo lavoro. Si comprende come gli scatti fotografici, i libri, i calendari, le cartine geografiche e persino la carta stessa delle mappe scelta per resistere all’acqua e alla neve, fosse parte di un programma preciso di conoscenza della montagna, oltre che di sé stesso, impegnato ad «offrire cose nuove, mai viste prima, altrimenti – si chiedeva – per quale scopo fare ciò che già altri hanno sperimentato o pubblicato?».
Per i libri di scialpinismo saliva in vetta per fotografare il percorso di salita mentre per documentare il tragitto inverso si arrampicava su un’altra montagna. Amava creare le fotografie con un inusuale formato, strette e lunghe con un orizzonte largo, tanto da creare il più possibile ciò che l’occhio umano può vedere, come ampiezza di raggio visuale. Per fare ciò non usava mai degli obiettivi grandangolari, che deformano l’immagine ai bordi ma, con il cavalletto che si portava sempre nello zaino, eseguiva una serie di fotografie seguendo un andamento spaziale e abbracciando con lo sguardo l’intera scena di natura che si parava davanti ai suoi occhi. La sublime bellezza del paesaggio alpino veniva colta in una successione di scatti lungo l’ampiezza circolare del suo sguardo aperto a ventaglio da sinistra a destra e viceversa. Tornato in studio, Bruno Rosano ricomponeva le varie sequenze in una sola, unica e spettacolare immagine. In questo modo era soddisfatto della resa di grande impatto visivo ottenuto che poi amava condividere con gli appassionati della montagna e con gli estimatori della sua opera, affascinati ed emozionati dalle rilevanti interpretazioni panoramiche nelle quali si condensavano più istanti di vita.
La seconda tappa della mostra “Bruno Rosano. L’eterna spinta ad andar per monti” al Museo Mallé, con una trentina di fotografie tratte dal suo archivio, alcune inedite e altre scelte tra i migliori scatti, vuole essere un ricordo ed un omaggio alla sua figura scomparsa prematuramente ripartito all’interno di un programma di valorizzazione e di studio che caratterizza il 2025 con l’itineranza della mostra che, dopo Dronero, sarà ad Alba presso la Galleria Corso Torino 18 (10 maggio-15 giugno), ed infine ad Acceglio presso la Confraternita di Chiappera (19 luglio-31 agosto), un luogo di partenza di molte escursioni di Bruno).
In mostra sarà disponibile il catalogo che documenta tutte le opere fotografiche esposte, a cura di Galleria Corso Torino 18 di Alba, con un saggio di Ivana Mulatero e con alcuni testi inediti di Bruno Rosano.
La mostra itinerante si avvale dei contributi della Banca di Caraglio e della Regione Piemonte. Con il patrocinio del Comune di Acceglio, dell’Unione Montana Valle Maira, del Consorzio Turistico Valle Maira. Media Partner: Il Drago
Orari di visita: dal lunedì al venerdì ore 8:00 – 20:00, sabato su prenotazione
Info: Corso Torino 18 Professional Workshop S.r.l. Società Benefit
www.corsotorino18.it
Corso Torino n.18 – 12 051 Alba (CN) – 0173 045808 – info@corsotorino18.it