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Cronaca | 22 maggio 2025, 18:15

Tradito e derubato dagli amici di sempre, ora condannati: l’ex portiere del Torino è deluso, ma pronto al perdono

Lys Gomis, assente un aula, vittima di furto da parte di tre amici d’infanzia: "Non volevo denunciarli, ma ora voglio aiutarli". Il giudice li condanna: pene da 20 giorni a 5 anni

Lys Gomis

Lys Gomis

“Per me la cosa era da chiudere con delle scuse. Il risarcimento materiale non rimargina il danno all’amicizia e ora vorrei dare una mano per aiutarli ad uscire dai loro problemi”. Erano state  queste le parole con cui l’ex calciatore del Torino, Lys Gomis, aveva spiegato al giudice del tribunale di Cuneo la sua posizione verso quegli amici di vecchia data che lo derubarono: M.A., C.F.L. e C.S.. Amici, spiega il portiere, a cui aveva aperto le porte di casa e che  sono stati denunciati per furto.

Nonostante l'intenzione di Gomis di non voler procedere penalmente contro quegli amici di infanzia e una remissione tacita di querela, i tre sono stati condannati stamane (giovedì 22 maggio) dal giudice. Il calciatore non era presente in aula e le scuse non sono arrivate.

I fatti risalgono fra il 14 e il 26 febbraio 2022, quando il trentaseienne aveva trovato su un sito internet l’annuncio di vendita della sua bicicletta da corsa: “Spesso dormivo da mia madre - aveva spiegato in aula -, a casa mia ci andavo saltuariamente. Quando vidi l’annuncio andai a controllare e notai che mancavano altre cose: un cellulare, un televisore, un tavolo con delle sedie  e una maglietta commemorativa del Torino riservata ai giocatori della Prima Squadra, a cui ero molto legato”. 

La maglietta del Torino venne ritrovata a casa di M.A. che, nel frattempo, aveva già venduto il cellulare ad un amico sostenendo però di averlo ricevuto in regalo da Gomis.  A M.A. è toccata la pena più alta: 5 anni di carcere per il furto. Quanto ad una minaccia di morte che avrebbe rivolto al portiere se questi non avesse lasciato perdere la faccenda, è arrivato il proscioglimento per la remissione di querela. Anche la messa in vendita della bicicletta su internet, acquistata poi da C.F.L., un altro amico, era opera sua.   

C.F.L, accusato di favoreggiamento e tentata estorsione, avrebbe preteso dal calciatore il pagamento di mille euro: tanti quanti ne aveva spesi per acquistarla. Ma, presente in aula, l’imputato ha respinto ogni addebito, spiegando in realtà che quei soldi sarebbero stati un prestito chiesto all’amico per il suo matrimonio. “Quando mi ha denunciato- ha detto in aula - sono rimasto scioccato”. Accuse che l’uomo ha rigettato e che ha sostenuto essere state fatte per ripicca. Per lui, la pena ammonta a 2 anni e 6 mesi di reclusione e una multa da 600 euro.

Di favoreggiamento ha poi dovuto rispondere anche C.S., amica di Gomis: a lei M.A. aveva regalato il tavolo da pranzo rubato a casa della vittima, ma la ragazza, avendolo riconosciuto, aveva deciso di non tenerlo e di darlo ad un amico. È stata condannata a 20 giorni di reclusione, che potrà sostituire con il pagamento di una multa da 1.500 euro.

“Loro conoscevano la casa - aveva detto il portiere- sapevano del difetto della tapparella della cucina e che dovevo aggiustarla. Infatti, i ladri sono entrati da lì. Però sento di averli danneggiati, li ho coinvolti nel periodo in cui facevo uso di droghe: ero io quello che pagava per tutti. Ora ho concluso il mio percorso di disintossicazione e sono impegnato con il centro di riabilitazione”. 
 

CharB.

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