“Na tazzulella ‘e cafè” è diventata un piacere che costa. E non poco. Hai voglia a metterci zucchero e latte, il caffè è sempre più amaro. Al banco, il costo medio è schizzato a 1,30 euro, con punte che arrivano a 1,50. E se ti viene la brillante idea di sederti, preparati a sborsare anche di più.
D’altronde, l’amministratrice delegata di illy caffè, Cristina Scocchia, ce l’ha detto chiaro e tondo: «Il prezzo del caffè verde negli ultimi 3 anni è raddoppiato a causa del cambiamento climatico che devasta le piantagioni nella zona equatoriale: piogge torrenziali, bufere fuori stagione, siccità…». Un espresso a 80 centesimi? Un ricordo del passato.
Analizzando i dati dell’apposito Osservatorio Mimit, emerge come la tazzina di espresso continui a subire progressivi incrementi, al punto che il prezzo nelle grandi città è passato da una media di 1,03 euro del 2021 a una media di 1,22 euro di gennaio 2025, con un aumento superiore al 19%.
Listini tuttavia diversificati sul territorio: il caffè più “salato” è quello di Bolzano con un prezzo medio di 1,43 euro, seguita da Trento, Pescara e Trieste con 1,34 euro. Catanzaro è la più economica, unica tra le grandi province dove la tazzina non supera 1 euro. Incredibile ma vero.
Ma quanto impattano questi aumenti sulle tasche degli italiani? Tenendo conto che ogni anno nei bar e locali italiani vengono servite circa 6 miliardi di tazzine, i conti sono impietosi anche in questo caso: la spesa per l’espresso passa dai 6,18 miliardi all’anno del 2021 agli attuali 7,32 miliardi, con un aumento di ben 1,14 miliardi a parità di consumi.
La verità è che la pausa caffè è diventata un lusso. Sempre più salata. Ma in fondo, si sa, il caffettino al mattino non ha prezzo. Almeno, fino al prossimo aumento.