Anche Savigliano si è svegliata oggi, sabato 24 maggio, con lenzuoli bianchi esposti alle finestre e sui balconi, come in decine di città e paesi italiani.
Simboli muti, ma potenti, che rappresentano i “sudari” in cui i palestinesi avvolgono i corpi dei loro cari, uccisi durante il conflitto che da quasi 600 giorni devasta Gaza e la Cisgiordania.
Un gesto di solidarietà, di cordoglio e di denuncia, che ha unito idealmente l’Italia intera in una commemorazione collettiva.
L’iniziativa ideata nei giorni scorsi da Tomaso Montanari, storico dell'arte e saggista italiano, dal 2021 rettore dell'Università per stranieri di Siena, e Paola Caridi blogger e giornalista esperta in scenari di guerra vuole restituire visibilità e dignità alle vittime della guerra: uomini, donne e soprattutto bambini, ridotti a numeri in una ‘contabilità del dolore’ che ha già superato i 50.000 morti.
Il lenzuolo bianco, semplice e quotidiano, si trasforma così in strumento di pietas e memoria un 'sudario' appunto diventando simbolo della strage e atto di resistenza morale contro l’indifferenza.
A Gaza, quei teli sono veri sudari: avvolgono i corpi straziati, li proteggono dalla vista e allo stesso tempo li onorano. In Italia, sono appesi per dire che quei corpi esistono, che quelle vite contano.
Le finestre di Savigliano, come quelle di città e paesi italiani, diventano oggi piccole lapidi sospese nel vuoto di un silenzio che chiede ascolto.
“Come si fa a piangerli uno per uno? - si domandano Montanari e Caridi. - La risposta è questa: provandoci insieme. Senza parole, senza clamori, ma con la forza di un gesto condiviso, in ogni città, paese, contrada. I teli bianchi diventano il modo per restituire ai morti di Gaza almeno un frammento della dignità che la guerra ha cercato di cancellare”.
Oltre che sui balconi, sono state fatte anche alcune installazioni in piazza e in giardini privati.