In III Commissione sono stati ascoltati Pierantonio Botto, presidente dell’Associazione tartufai astigiani e monferrini, e Giancarlo Bressano, presidente dell’Associazione tartufai del Monregalese e del Cebano. Le audizioni hanno confermato le preoccupazioni già espresse dalle associazioni del settore in merito al disegno di legge nazionale in discussione al Senato, che rischia di penalizzare fortemente la figura tradizionale del cercatore di tartufi.
“Difendere il tartufo – dichiarano i consiglieri regionali del Partito Democratico Mauro Calderoni, Fabio Isnardi e Domenico Ravetti – significa proteggere una tradizione millenaria, un patrimonio culturale riconosciuto dall’UNESCO e una pratica profondamente radicata nella vita dei nostri territori. Per questo abbiamo depositato un’interrogazione urgentissima, chiedendo alla Regione Piemonte di attivarsi per garantire la continuità della cerca libera e la piena tutela del tartufo bianco piemontese”.
“La proposta di legge del senatore Bergesio – aggiunge Calderoni – vieterebbe l’accesso a numerose aree oggi utilizzate per la cerca, come tartufaie coltivate, alvei fluviali e terreni incolti da meno di dieci anni. Si tratta di un attacco a una pratica secolare che ha contribuito a modellare il nostro paesaggio culturale e ambientale”.
“Non si tratta solo di un’attività economica – sottolinea Ravetti – ma di un equilibrio prezioso tra uomo, natura e territorio. È inaccettabile che si proceda a livello nazionale senza consultare le realtà locali: il Piemonte deve farsi sentire e rivendicare il proprio ruolo, coinvolgendo anche le opposizioni in modo costruttivo”.
Durante le audizioni sono emerse richieste precise da parte delle associazioni: il riconoscimento della ricerca notturna come pratica tradizionale coerente con l’Unesco, la libera cerca nei boschi e nei terreni incolti senza distinzioni arbitrarie, una gestione più capillare delle concessioni affidata ai Comuni, e il riconoscimento del valore ambientale dell’attività dei trifolao, che ogni anno distribuiscono migliaia di piante per mantenere la biodiversità.
Rispondendo all’appello del presidente della III Commissione, Claudio Sacchetto, a evitare polemiche e a “fare squadra”, i consiglieri del PD ribadiscono la disponibilità a collaborare, ma con una condizione chiara: “Lavoriamo insieme, ma servono trasparenza e coinvolgimento reale – dichiarano Isnardi, Calderoni e Ravetti – Non si può chiedere collaborazione e poi escludere chi rappresenta territori fondamentali per la cultura del tartufo. Chiediamo di partecipare attivamente al percorso di confronto con le associazioni per definire, in modo condiviso, le 5-6 modifiche necessarie per tutelare davvero le peculiarità del tartufo bianco piemontese”.
I tre consiglieri nei giorni scorsi hanno chiesto al presidente Cirio di attivarsi presso il Governo e il Parlamento per sollecitare una revisione della proposta di legge, di promuovere un tavolo di confronto regionale con associazioni, parlamentari piemontesi e Ministero dell’Agricoltura e di riferire puntualmente in Consiglio sugli sviluppi.