Inaugurazione ufficiale ( ieri mercoledì 28 maggio) al terzo piano dell’ospedale di Saluzzo, dello spazio dedicato al servizio di pasto assistito, rivolto a persone con disturbi del comportamento alimentare. Progetto che si avvera grazie alla collaborazione sinergica tra la Struttura complessa Psichiatria area Nord, il Centro di Salute Mentale di Saluzzo e la Struttura complessa Endocrinologia e Diabetologia Territoriale dell’Asl CN1.
Il servizio, su modello di quello di Cuneo di corso Francia, è già attivo da aprile, il martedì e il mercoledì, ed ha dato ottimi riscontri, sostengono le operatrici.
Per il momento sono due le pazienti che utilizzano la mensa assistita e sono sostenute da dietiste, infermiere e psicologhe che danno loro aiuto nel momento difficile, per loro, del mangiare in cui hanno bisogno di incoraggiamento e rassicurazioni.
Le operatrici le coinvolgono anche nell’ora successiva al consumo del pranzo, in attività “distraenti” e terapeutiche come la lettura, il disegno, l’ascolto musicale, per evitare condotte eliminatori e e comportamenti di compenso. "Costruendo invece - hanno spiegato - ricordi positivi legati al cibo".
Una delle due ragazze non mangiava la pastasciutta da due anni e qui ha ricominciato a mangiarla. Cerchiamo di migliorare il loro approccio al cibo, facendo ritrovare il piacere del pasto, della socializzazione con altri. Il mangiare come piacere e non come fatica.
“La condivisione del pasto riveste infatti un ruolo centrale all’interno dei percorsi terapeutici ospedalieri, residenziali e semiresidenziali e Il progetto basato sulle linee Guida Nazionali e sul modello del Centro regionale dedicato alla cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Università di Torino, consiste nel favorire un adeguato apporto nutrizionale, coadiuvando la persona nel progressivo superamento del timore verso il cibo e nell’abbandono dei rituali inappropriati che ne ostacolano l’assunzione”.
“Siamo anche noi vicino a voi, in questo progetto - ha affermato il direttore generale dell’Asl CN1 Giuseppe Guerra, intervenuto con la direttrice sanitaria Monica Rebora, il direttore del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale di Asl CN1 e “Santa Croce” Francesco Risso, e per il Centro di Salute mentale saluzzese il responsabile Silvio Costamagna.
“L’ospedale di Saluzzo, dal Covid in poi e durante l’iter per diventare ospedale di comunità e casa di comunità, ha avuto periodi complessi, con trasferimenti di ambienti, traslochi, riorganizzazione di spazi. Tanti interventi e lavori in corso: ma ha tenuto e il personale mi ha seguito. Sono qui anche per dire che la produzione dell’ospedale di Saluzzo è salita e con l’aumento di posti letto in Medicina, c’è stato un buon ritorno, che va ad inserirsi positivamente nel bilancio 2024.
Per il servizio dei pasti assistiti in questo ospedale è stato fatto un bellissimo lavoro con l’individuazione di uno spazio giusto e tutta un’organizzazione che vi ruota intorno: la cosa bella che mi porto a casa di questa esperienza, che mi riempie d’orgoglio, è l’esempio di volontà dell’ospedale saluzzese di saper sempre mettere al centro il paziente: un grande ritorno per l‘utenza, un esempio di rinascita per la struttura" ha concluso il direttore generale dell’Asl applaudendo le attività delle associazioni del territorio in ambito sanitario e la collaborazione con il Comune rappresentato dall’assessora Attilia Gullino.
Gli arredi della stanza destinata al nuovo servizio sono stati donati dall’associazione A-Fidati grazie al contributo della Fondazione Cr Saluzzo.
Giovanni Giordano, vicepresidente dell’associazione nata da un gruppo di genitori, parenti e amici di persone affette da DCA, ha sottolineato l’importanza dell’ascolto per questi giovani e con Rosy Boaglio dello stesso sodalizio, ha applaudito il successo del progetto grazie alla sinergia con il Csm di Saluzzo. “Siamo soddisfatti di ciò che è stato fatto e speriamo si possa mantenere questa collaborazione. L’associazione con propri fondi potrebbe contribuire ad aumentare il monte ore di sostegno psicologico, conoscendo il bisogno di chi soffre questo tipo di disturbo. “Nel ricordo chi non ce la fatta - ha sottolineato Rosy Boaglio - e vicino a chi sta lottando”.
Il progetto di fare qualcosa in più per i nostri pazienti è diventato realtà - ha evidenziato con soddisfazione Marianela Zamora, psichiatra del C.S.M. di Saluzzo, diretto da Silvio Costamagna, anima del progetto, referente degli studi sull’alimentazione dell’area Saluzzo, Savigliano, Fossano, che opera al Centro Disturbi dell’alimentazione e nutrizione, aperto in via Torino da gennaio del 2024.
Un disturbo in aumento: ad oggi sono circa 150 le persone seguite nel Saluzzese e di varie fasce di età: dagli adolescenti (in numero crescente) agli anziani. Alto anche il numero dei minori come ha rilevato Laura Gianotti, direttore della struttura complessa Diabetologia territoriale dell'Asl CN1, che ha portato avanti il progetto di Saluzzo in stretta alleanza.