A pochi passi da Santa Rosalia, sulla strada che sale verso Diano d’Alba, qualcosa sta cambiando. Là dove fino a ieri si estendeva un vigneto, oggi stanno per nascere 1.200 piante di olivo: leccino, frantoio e grignan, varietà rustiche selezionate per la loro resistenza al freddo e per l’adattabilità a un clima che, anche in collina, si fa sempre più mite. È il primo passo di un progetto agricolo e culturale che ha al centro un’idea semplice e audace: produrre olio extravergine 100% langarolo.
Protagonista è Edoardo Rinaldi, insieme alla cugina Matilde, quarta generazione dell’azienda Olio Rinaldi, storica realtà piemontese con sede produttiva a Imperia e una tradizione avviata nel primo dopoguerra. "Mio bisnonno cominciò distribuendo olio di semi e d’oliva nelle Langhe. Oggi serviamo il Nord Italia con il nostro marchio, soprattutto con il porta a porta alle famiglie", racconta. Ma la storia non si ferma: "Lo scorso anno abbiamo celebrato il centenario di Meriggio, marchio nato a Dogliani e acquistato da noi negli anni ’90. Vogliamo rilanciarlo legandolo a un olio davvero locale, prodotto e imbottigliato qui".
Il terreno è già pronto: 4 ettari situati in una zona vocata, dove un tempo sorgeva la cantina Le Roche. L’obiettivo non è solo agricolo: "Vorremmo ristrutturare l’ex cantina per farne un frantoio, completando tutta la filiera in loco: coltivazione, lavorazione e imbottigliamento. Un olio delle Langhe, fatto nelle Langhe", spiega Rinaldi.
Scelte varietali e clima sembrano giocare a favore. "Da anni non si registrano più gelate intense come un tempo. La zona è ormai idonea anche all’olivicoltura: bisogna solo crederci e investire". Le piante utilizzate hanno due anni e saranno innestate questa settimana. Per l’occasione, è previsto anche un servizio fotografico che documenterà l’impianto.