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Attualità | 06 giugno 2025, 05:55

Una nuova vita per la comunità Alberto Abrate: ad Alba l’inaugurazione dopo i lavori di ristrutturazione

La storica struttura, dedicata a persone con disabilità, è stata completamente rinnovata. Gian Piero Porcheddu, il direttore della cooperativa Coesioni Sociali che gestisce il servizio: “Un luogo più vivibile, senza mai interrompere l’accoglienza”

La comunità alloggio “Alberto Abrate” si svelerà giovedì 12 giugno alle ore 18 in vicolo Riondello 30, al Mussotto

La comunità alloggio “Alberto Abrate” si svelerà giovedì 12 giugno alle ore 18 in vicolo Riondello 30, al Mussotto

Tutto è pronto per l’inaugurazione ufficiale della comunità alloggio “Alberto Abrate”, in programma giovedì 12 giugno alle ore 18 in vicolo Riondello 30, nel quartiere Mussotto ad Alba. La cerimonia, aperta al pubblico, prevede saluti istituzionali, la benedizione della struttura, una visita ai locali rinnovati e un buffet offerto dall’Osteria Sociale Magna Neta.

La comunità, nata nel 1990 come prima struttura residenziale per disabili del territorio albese, è stata completamente ristrutturata grazie all’accesso al Superbonus 110%. Un intervento da oltre 530 mila euro che ha permesso di migliorare non solo l’efficienza energetica, ma soprattutto la qualità dell’abitare, senza mai interrompere il servizio.

“È una realtà storica, tra le più antiche del Terzo Settore albese”, racconta Gian Piero Porcheddu, direttore della cooperativa Coesioni Sociali, che oggi gestisce la comunità. “Nata come struttura comunale, nel 2001 è passata alla gestione cooperativa e da allora non si è mai fermata. Attualmente accoglie nove persone con disabilità medio-gravi, dai 24 ai 78 anni. Alcuni sono qui da decenni. Abbiamo voluto rendere questo spazio più vivibile e funzionale, pur continuando a garantire la presenza h24, tutti i giorni dell’anno”.

L’intervento ha incluso la realizzazione di un nuovo ascensore, la sostituzione di serramenti e infissi, il miglioramento delle camere e un generale efficientamento energetico. Tutto questo mentre la comunità continuava a funzionare: “Non abbiamo mai interrotto l’accoglienza. Gli operatori e le imprese hanno lavorato con grande impegno per garantire sicurezza e continuità”, spiega Porcheddu.

Nella struttura lavorano otto operatori, tra educatori e OSS. Alcuni ospiti partecipano alle attività dell’osteria sociale Magnaneta, mentre altri, con disabilità più gravi, restano nella comunità, dove svolgono laboratori di teatro, pittura, musica e attività all’aperto. “L’approccio è familiare: chi ha parenti stretti può trascorrere periodi a casa. Per tutti gli altri, la comunità è casa, tutto l’anno”, conclude Porcheddu.

Daniele Vaira

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