L’operazione Ragnatela ha inferto un colpo eclatante alla Russia, ma sta avendo conseguenze negative per l’Ucraina stessa. Infatti il costo militare, strategico e politico dell’azione potrebbe essere superiore ai vantaggi conseguiti. Come riporta il sito Strumenti Politici, l’attacco è apparso subito come clamoroso, portato in profondità nel territorio russo ed estremamente adatto ad essere reclamizzato presso l’opinione pubblica occidentale come un grande conseguimento delle forze ucraine. Dopo l’iniziale euforia, però, ci si è resi conto che del numero totale degli attacchi di questa operazione i russi ne hanno respinti parecchi di più di quelli andati a segno, mentre la cifra degli aerei messi fuori uso è molto inferiore a quella dichiarata da Kiev. Certamente la difesa russa non ne è uscita bene e qualcuno della struttura interna dovrà risponderne, ma non si è trattato di un colpo mortale come invece la propaganda ucraina ha cercato di venderlo. L’effetto di ritorno tuttavia era prevedibile: un’ondata di attacchi dal cielo contro numerosi obiettivi in tutto il Paese, compresa Kiev. Forse i pianificatori pensavano di poter fermare la macchina da guerra russa danneggiando alcuni bombardieri, mentre ne hanno rafforzato la determinazione. E non hanno ammorbidito le posizioni dei diplomatici del Cremlino, che proseguono nelle trattative in Turchia con la delegazione ucraina mantenendo intatti i principi e gli obiettivi a cui si sono attenuti finora. Un altro effetto negativo è stato quello di far arrabbiare i vertici di Washington. Che fossero o meno a conoscenza dell’operazione, almeno pubblicamente hanno espresso irritazione per quanto accaduto. La Casa Bianca ha negato di aver saputo in anticipo dell’azione o di averla autorizzata, sebbene voci insistenti dicano il contrario. Trump certamente non ha gradito.
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