Si è concluso con grande successo l’evento “Tra buio e luce e viceversa”, ospitato negli affascinanti spazi dei Castelli Tapparelli d’Azeglio di Lagnasco, domenica 15 giugno.
Un’esperienza immersiva che ha condotto il pubblico alla scoperta di un dialogo visivo e simbolico tra due epoche straordinarie: il tardo Medioevo e il Rinascimento.
Durante l’incontro gratuito, a cui hanno partecipato un'ottantina di persone, che è stato introdotto da Fabrizio Invernizzi presidente dell’associazione “Amici del castello di Lagnasco” l’esperta di storia dell’arte Serena Fumero ha accompagnato i partecipanti, prima attraverso un racconto accompagnato da fotografie e poi in una suggestiva passeggiata guidata tra gli ambienti della loggia di levante e delle stanze a ponente, permettendo di cogliere le profonde contrapposizioni ma anche le sorprendenti connessioni tra le visioni estetiche di due mondi solo apparentemente distanti.
Il Medioevo, con il suo immaginario grottesco, le superstizioni e le figure bizzarre, ha trovato il suo contrappunto ideale nell’equilibrio e nella luminosità delle forme rinascimentali, in un gioco continuo di contrasti tra ombra e luce, caos e armonia, mistero e bellezza classica.
Il tutto amplificato dalla straordinaria cornice degli affreschi e delle decorazioni presenti nei castelli, veri e propri scrigni di simboli e narrazioni.
Non sono mancati riferimenti a influenze nordiche, suggestioni letterarie e pittoriche, che hanno arricchito il racconto di spunti trasversali e stimolanti, capaci di restituire al pubblico non solo nozioni storiche ma soprattutto emozioni e connessioni culturali.
L’evento ha confermato ancora una volta l’efficacia del “racconto” come strumento di valorizzazione del patrimonio culturale, cifra distintiva del lavoro di Serena Fumero.
Durante la visita, Fumero ha condotto i partecipanti alla scoperta di ambienti di straordinaria ricchezza visiva e simbolica, tra cui la Loggia delle Grottesche e l’Anticamera della Sala della Giustizia, detta anche Sala delle Teste.
La Loggia delle Grottesche, collocata al centro della manica cinquecentesca rivolta a est, è articolata in tre campate coperte da volte a crociera. Le pareti presentano una raffinata partitura pittorica prevalentemente monocroma, con due grandi paesaggi policromi alle estremità: una veduta del castello e dei giardini e un paesaggio con rovine classiche. L’intera superficie è animata da figure allegoriche, cariatidi, putti, ninfe, sfingi, satiri, e soprattutto grottesche visionarie che fondono elementi umani, animali e vegetali.
L’insieme è un vero e proprio manifesto del gusto manierista e della cultura ermetica del tempo.
La decorazione, attribuita all’atelier dei Dolce, risale al periodo 1565-1570 e culmina nel soffitto, dove campeggiano gli stemmi araldici di Carlo Emanuele I e Caterina d’Austria, legati al loro passaggio a Lagnasco nel 1585.
Particolarmente significativa è anche la visita all’Anticamera della Sala della Giustizia, dominata da un elegante fregio in cui si allineano undici busti femminili, allegorie della virtù e della bellezza, incorniciati da putti, festoni e trofei d’armi.
Lo splendido soffitto a cassettoni combina pittura e modelli in finto marmo, mentre un maestoso camino in pietra bianca di Busca conferisce monumentalità all’ambiente. Le decorazioni sono attribuite a Cesare Arbasia e Giacomo Rossignolo, attivi tra il 1572 e il 1578.
La visita si è estesa anche alla Sala della Giustizia, collocata nell’angolo nord-ovest del castello. Qui, le pareti sono scandite da grandi riquadri dipinti con scene ispirate ai “Fatti e detti memorabili” di Valerio Massimo, opera degli atelier di Arbasia.
Le decorazioni comprendono anche paesaggi, grottesche e simboli ermetici distribuiti sopra le porte e negli sguinci delle finestre, a completamento di un programma iconografico celebrativo della giustizia e della moralità dei Tapparelli.
Un appuntamento che ha saputo unire sapere, arte e emozione, offrendo ai partecipanti un’esperienza che va oltre la semplice visita guidata: un vero e proprio viaggio nel tempo, tra simboli, stili e storie che continuano a parlarci.