Il 24 giugno è per tradizione la data di salita agli alpeggi per i margari e i pastori piemontesi.
Centinaia di famiglie che, dopo aver trascorso il periodo invernale nelle cascine in pianura, tornano agli alpeggi con i loro animali, bovini e ovi-caprini soprattutto, per farli pascolare fino a fine settembre o al massimo le prime settimane di ottobre.
La transumanza (riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità) interessa oltre 1200 località d’alpeggio nella sola regione Piemonte.
Il pascolo contribuisce a conservare l’ambiente alpino, migliorare la biodiversità e promuovere il turismo di montagna grazie alla manutenzione del territorio e le produzioni tipiche come i pregiati formaggi d’alpeggio.
“La presenza dei margari - spiega Giovanni Dalmasso, presidente dell’Associazione Difesa Alpeggi Piemonte (Adialpi) - è fondamentale per tutto l’ambiente alpino. Siamo custodi del territorio e allo stesso tempo imprenditori in un settore di primaria importanza per la produzione di cibo di alta qualità. L’allevamento in alpeggio è un esempio di sostenibilità, benessere animale, cura del paesaggio e tradizione.”
Non mancano però le difficoltà e le problematiche sono sempre maggiori.
“Molti margari- continua Giovanni Dalmasso- stanno abbandonando i pascoli di alta quota a causa del ritorno del lupo che ogni anno è causa centinaia di predazioni non solo agli ovi-caprini ma anche sui bovini specialmente i vitelli. Con la nostra Associazione da anni sollecitiamo la politica affinché si trovino soluzioni efficaci, il declassamento a livello europeo da “rigorosamente protetto” a “protetto” è stata la prima tappa verso un percorso di contenimento del predatore.”
Anche il meteo potrebbe essere causa di difficoltà per la stagione appena iniziata.
“I pascoli al momento risultano ricchi di erba - conclude Dalmasso- ma il tanto caldo di queste settimane accompagnato da poche precipitazioni potrebbero causare siccità e mancanza d’acqua in alcuni alpeggi con problemi ad abbeverare gli animali. La stagione è appena iniziata e ovviamente non bisogna fare allarmismo o previsioni affrettate. Speriamo in una estate favorevole su tutti gli aspetti, compresa la convivenza con i turisti che devono avere pazienza se a volte si trovano sulla strada un gruppo pecore in transumanza oppure il sentiero è attraversato dal recinto di una mandria di vacche: possono sembrare un fastidio per le vostre gite ma in realtà è proprio grazie a loro che la montagna è così bella.”