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Politica | 05 luglio 2025, 06:13

Alba, l'assessora alla Cultura Caterina Pasini risponde alle critiche: "Il Mudet sarà rilanciato, il museo deve essere vivo e partecipato" [INTERVISTA]

La vicesindaco tocca tutti i temi delicati del momento: l'affidamento esterno del Mudet, la rievocazione storica e la visione culturale della Città: "Ci saremmo aspettati una minoranza più disponibile all'ascolto. Nel 2026 valuteremo se tornare al format esteso: rievocazione e palio"

Alba, l'assessora alla Cultura Caterina Pasini risponde alle critiche: "Il Mudet sarà rilanciato, il museo deve essere vivo e partecipato" [INTERVISTA]

È uno dei dossier più osservati del primo anno di mandato. Il Museo del Tartufo e la rievocazione storica sono diventati terreno di scontro tra maggioranza e minoranza, tra visioni opposte sulla cultura come simbolo o come funzione. Al centro, il ruolo dell’amministrazione comunale, accusata da alcuni di aver "gettato la spugna", e difesa da altri per la scelta di riorganizzare struttura e gestione. In questa intervista, la vicesindaca e assessora alla Cultura Caterina Pasini  replica punto per punto, rilanciando un’idea chiara: cultura accessibile, partecipata, diffusa.

Sul Museo del Tartufo, la minoranza parla di un’amministrazione “confusa” che avrebbe “gettato la spugna” dopo un anno senza progetti. Come risponde a chi legge la scelta di affidarne la gestione a un soggetto esterno come una rinuncia?

"Su questo tema ci aspettavamo una minoranza diversa, più curiosa e disponibile all’ascolto se non anche a una condivisione delle proposte che sono tutte dirette a sviluppare progetti positivi per il museo. Infatti, abbiamo voluto imprimere una svolta concreta e responsabile: affidare la gestione del Mudet a quei soggetti che hanno già dimostrato di essere qualificati. Ci pare, questa, una scelta attenta e ponderata che potrà rendere il museo davvero funzionante, aperto, dinamico. Dopo un anno di analisi e ascolto, ci siamo mossi per costruire basi solide: un museo non può limitarsi a essere simbolico, deve essere uno strumento culturale funzionante. Chi oggi parla di confusione dimentica le tante questioni lasciate aperte e mai portate a compimento. Noi vogliamo risolverle. Il Mudet sarà rilanciato con efficacia, è una nostra priorità". 

 L’ex assessore Bolla sostiene che siano stati lasciati budget e progetti già avviati, come il podcast con Chora Media e la Walk of Truffle, oggi fermi. Cosa è accaduto e quali sono le reali prospettive di rilancio del Mudet?

"I fondi stanziati sono stati utilizzati realizzando i progetti previsti che non sono affatto fermi, ma in fase di finalizzazione secondo i tempi stimati e previsti dai soggetti che li stanno realizzando. Il podcast con Chora Media, ad esempio, non è stato messo da parte; stiamo, piuttosto, costruendo una cornice coerente, con contenuti di qualità e comunicazione efficace. Abbiamo scelto di non procedere con urgenza o per logica di 'annuncio', ma di garantire impatto, continuità e qualità. Preferiamo portare avanti progetti ben strutturati, che abbiano un valore reale per la città, anziché iniziative spot. Il Mudet sarà vivo tutto l’anno, non solo per una stagione".

La collaborazione con il Terzo Settore è stata definita un “salvagente”, ma può essere vista anche come un’opportunità. Che tipo di funzione culturale e sociale immaginate per il Museo in questa nuova fase?

"È fuorviante definire il coinvolgimento del Terzo Settore come un “salvagente”. Lo strumento della co-progettazione messo a punto dalla normativa è, piuttosto, un’ottima opportunità per coinvolgere e valorizzare le competenze locali nella progettazione e nella gestione del nostro museo.   Si tratta di una scelta precisa: costruire un museo capace di produrre cultura diffusa, di essere laboratorio, uno spazio attrattivo, culturale ed educativo. Alcune delle realtà con cui stiamo collaborando hanno già dimostrato di avere tutte quelle competenze che possono trasformare il Mudet in un luogo non solo da visitare, ma da vivere: con percorsi scolastici, laboratori, esperienze immersive". Il museo potrà così avere una direzione, servizi aggiuntivi e fare rete con tutti gli attori del mondo del tartufo. Il Museo del tartufo non sarà più solo un contenitore, ma diventerà uno spazio accessibile e interattivo, aperto e attrattivo per cittadinanza e turisti. È questo il futuro della cultura: viva, diffusa, partecipata".

Un’altra polemica ha riguardato la sospensione della rievocazione storica, con il presidente della Giostra, Luca Sensibile, che ha parlato apertamente di delusione per il mancato supporto da parte dell’amministrazione. Cosa non ha funzionato nel confronto con i borghi e perché non si è riusciti a salvare l’evento?

"Prima di tutto, siccome ho letto un po’ di confusione soprattutto online, è fondamentale chiarire che la sfilata si farà, anzi la sfilata storica dei Borghi tornerà ad essere centrale, recuperando il suo spirito autentico e identitario. Voglio specificarlo perché è chiara l’affezione degli albesi verso la sfilata e voglio rassicurare che non solo ci sarà, ma sarà anche più importante e corposa rispetto a quelle degli anni recenti. Ciò che per quest’anno non ci sarà è la rievocazione messa in scena la sera prima del palio e per questa iniziativa la delusione è anche nostra. Quest’anno è emersa la difficoltà dei Borghi nel sostenere la fatica di due giorni così intensi con l’accoppiata rievocazione in scena più palio. Abbiamo cercato e proposto soluzioni, in dialogo con Borghi ed Ente Fiera, tuttavia non si è giunti a una soluzione capace di accontentare tutti. Mancando questa sintesi si è deciso di tornare alla tradizione, coinvolgendo comunità e volontari lungo le vie cittadine, per offrire un momento veramente identitario e aperto a tutte e tutti, senza il costo di un biglietto posti riservati. Chi vive Alba da tanto si ricorda le belle sfilate animate, come quella che quest’anno tornerà a colorare ed emozionare le vie di Alba e sono certa che saprà coinvolgere tutti, dai figuranti agli spettatori. Guardiamo al 2026 valutando la possibilità di tornare al format esteso – rievocazione e Palio – ma solo quando tutte le condizioni saranno garantite: volontari motivati, strutture sicure e un’organizzazione condivisa. Adesso si riparte dalle radici: la sfilata dei Borghi resta, e diventa simbolo di lavoro comune, identità e continuità".

 Di fronte alle critiche su Museo e Rievocazione, molti si interrogano sul futuro della cultura albese. Qual è oggi la visione dell’amministrazione? E che garanzie può offrire a chi teme una perdita di identità e partecipazione?

"La cultura albese sta cambiando passo. Non da ultimo abbiamo presentato la candidatura a capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2027. Noi crediamo in una cultura aperta, radicata, intergenerazionale, che non cancelli il passato, ma lo rinnovi con rispetto. Se penso a due parole chiave come 'identità' e ìpartecipazione' penso proprio al folklore di cui abbiamo appena detto, e quindi posso rispondere con assoluta serenità che “identità” e “partecipazione” saranno centrali. Si torna, infatti, alla sfilata storica che per decenni ha colorato la città e invitato gli albesi ad affollare le strade. Anche il palio migliorerà nella partecipazione: l’arena in piazza Cagnasso, rispetto agli anni passati, permetterà di triplicare i posti a sedere e i costi dei biglietti saranno nettamente più bassi; inoltre, con la disponibilità di un parterre molto più ampio, anche i figuranti dei borghi potranno finalmente tifare per i loro asini, condividendo con il pubblico un’atmosfera unica e inimitabile. Infine, avrà una serata dedicata anche l’investitura del podestà anche qui in uno spazio aperto a tutti, senza tribune né biglietti, affinché torni a essere se possibile sempre più un evento degli albesi per gli albesi. La cultura deve tenere sempre insieme almeno due aspetti: il primo è la qualità, a partire dai servizi che come amministrazione mettiamo a disposizione, coordinamento, spazi e proposte; il secondo è la popolarità sia nel senso di apprezzamento che accessibilità. La cultura albese è viva, presente, e al centro della nostra azione amministrativa perché la cultura non conserva solo il passato, ma costruisce il futuro".

Daniele Vaira

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