La giornata è di quelle nelle quali la calura si fa davvero sentire. Perché non dimenticare il caldo per qualche ora con un buon pranzo in quota? Una telefonata per verificare che ci sia posto, ed eccomi puntare in auto, lungo la valle Stura, verso l’Albergo Ristorante della Pace: un indirizzo sicuro dove a fare da filo conduttore alla cucina è, fin dal lontano 1882, è la montagna coi suoi profumi e coi suoi sapori. Sì! Proprio quella montagna che avvolge Sambuco e che, dagli anni Settanta in poi, faceva di questo locale la piacevole sosta di chi, rientrando da salite alpinistiche o gite con le pelli, si fermava qui per gustarsi le storiche “marende sinoire” preparate dal mitico Bartolo e inevitabilmente accompagnate da vino e risate a non finire. Certo ora è tutto diverso, ma non tarderete ad accorgervi, dal soffitto in boiserie chiara, dalla grossa stufa di Castellamonte, dalla collezione di macinini d’antan posizionati sulle mensole, dalle tavole apparecchiate con tovaglie ad un tempo eleganti e sobrie, che in realtà lo stile della “Pace” non è affatto cambiato.
I piatti: sobrietà, precisione e qualche emozione
Come benvenuto arriva in tavola per prima una Lonza di maiale, capace di sorprendere sia per la qualità della carne che per la perfetta marinatura. Ma è solo l’inizio: ecco il Vitello tonnato, classico nell’impianto, ma con una sfumatura che richiama la cucina di montagna; ecco la Trota, ad un tempo consistente e tenera, oltre che valorizzata da un leggero e aromatico carpione; ecco ancora il Flan di erbette e ricotta, morbido e contraddistinto da una nota di timo fresco; ecco infine il Baccalà mantecato, il cui sapore intenso risulta appena ammorbidito dalle olive nere e dai pomodorini confit. Quanto ai primi, mentre i Cruset pur perfetti nella cottura paiono non trovare la giusta spinta da parte della forse troppo contenuta salsa di porri, gli Gnocchi lasciano invece esplodere in bocca il gusto autentico della patata di montagna, se possibile ulteriormente arricchito nel risultato complessivo del piatto da un’impeccabile mantecatura al formaggio. L’Agnello sambucano al forno, guarnito con carote e patate, è indubbiamente cotto “comme il faut” e rivela tutta l’abilità di chi da anni porta avanti una cucina di territorio di prim’ordine. Chiudo il mio pranzo con una Torta pesche e cioccolato, il cui gusto armonico mi lascia in bocca il sapore suadente che mi accompagnerà fino a casa
Servizio essenziale, carta vini ben ragionata
La qualità della cucina, nonostante alcuni piatti mi siano sembrati un tantino trattenuti, è indubitabile. E lo stesso vale per il servizio, che si muove con competenza, empatia verso il cliente ed estrema attenzione a quello che accade ai tavoli. E anche la carta dei vini, rendendo persino tollerabile la ben visibile sbreccatura della base di uno dei calici, non scherza affatto: ampia, dal cuore tutto piemontese ma ricca anche di proposte nazionali ed estere, non perde d’occhio nemmeno il mondo delle bollicine, Champagne compresi. E che per il vino ci sia una cura particolare l’ho potuto capire anche dall’apertura della bottiglia di Roero Riserva che ho scelto: un’apertura perfetta ed esemplare – cosa ormai sempre più rara, talora persino nei ristoranti di fascia alta. Da notare infine l’ottimo rapporto qualità/prezzo sia per quanto riguarda il menu che per quanto riguarda il vino.
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Tipologia locale: Ristorante
Indirizzo: Via Umberto I, 32/34 – Sambuco (CN)
Sito web: www.albergodellapace.com
Tel: +39 0171 96550
Prezzo: Antipasti (10€), primi (10€), secondi (13-16€), dolci (6-8€), coperto (0€). Due menu degustazione: Occitano (34€) e Degustazione (38€)
Ultima visita: giugno 2025
Sensazioni al volo: Ambiente piacevole e accogliente. Servizio preciso e cordiale. Carta di tutto rilievo e a prezzi assolutamente onesti. Cucina frutto di una grande esperienza, capace di raccontare al meglio nei piatti la montagna circostante senza però farsi ingessare dalla tradizione. Un’autentica boccata d’aria nelle terre alte.





















