Volte in pietra e calce, pavimenti in parquet incorniciati da pietra di Luserna, tavole e sedie in legno, queste ultime con una morbida seduta. A spiccare sul tavolo, apparecchiato con tovagliette di carta, sono semplici vasetti colorati nei quali trovano posto ortensie fresche. Una credenza che parla di montagna, collocata su lato della sala, e dei bianchi teli fonoassorbenti ben integrati con l’ambiente contribuiscono a imprimere al locale un tratto curato e raccolto, per nulla in contrasto con l’informalità che qui si respira. L’affaccio su un piccolo giardino, spontaneo e abbandonato a sé stesso, regala verde e aria. L’atmosfera, insomma, è quella di un luogo ordinato, dove ogni dettaglio trova il suo posto con estrema naturalezza.
Se i piatti trasmettono il sapore del territorio
La cucina si apre con un benvenuto, Focaccia calda e salame crudo, che profuma di legna e rimanda alla semplicità della valle alpina in cui I Chimi sono collocati. Decido di partire con l’Insalata di trota affumicata in casa con lo yogurt e la senape: tutti ingredienti che si sposano appieno con l’appena accennato profumo dell’affumicatura, lasciando emergere con nettezza il sapore del pesce di fiume. A confermare le capacità del cuoco sono poi le paste fatte in casa: innanzitutto i Tajarin col pesto di erbette e mandorle, esaltati dal gioco aromatico delle erbette in cui a spiccare piacevolmente è il timo; e poi le Cujette della val Po col Gris di Becetto, la cui consistenza lega a puntino col condimento, restituendo appieno il gusto della patata equilibrato dalla cremosità del formaggio. Morbido e saporito anche l’Ossobuco in umido, forse un po’ insolito, accompagnato da patate e fagiolini serviti a parte. Si chiude con un Bunet la cui consistenza, del tutto in linea con la tradizione, mi conferma – come già avevo avuto modo di riscontrare in passato – di essere di fronte a una cucina, oltre che puntata su sapori precisi e netti, solida e capace di esprimere adeguatamente il proprio territorio.
Una trattoria con le idee chiare
Tutto in questa trattoria richiama la montagna: l’uovo morbido e il Tumin del mel, le ravioles e i maltagliati col ragù di capriolo, le costine di maiale e la testina di vitello bollita. E l’essenzialità della montagna la si scorge anche nella cura che trapela dalla semplicità degli impiattamenti, dalla consistenza delle porzioni, dall’affabilità del personale di sala. Il servizio, veloce e sempre presente, è molto attento ai dettagli. E, se vorrete bere al calice, troverete proposte diversificate; se invece preferirete scegliere una bottiglia potrete contare su una carta decisamente interessante. In essa, della quale ho apprezzato il corretto ricarico, oltre a una attenta selezione di etichette piemontesi, spiccano belle bottiglie di vini eroici e di Triple A. Un mosaico che, tessera dopo tessera, lascia affiorare una trattoria dalle idee chiare e dalla cucina in grado di trasmettere in modo equilibrato quei sapori che sono tipici delle nostre montagne.
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Tipologia locale: Trattoria
Indirizzo: Via Vecchia, 39/40 – Frassino
Sito web: www.locandaichimi.it
Tel: 0175 976241
Prezzo: Antipasti (9€), Primi (12€), Secondi (13-15€), Formaggi (9-12), Contorni (3,50€), Coperto (2€)
Ultima visita: Luglio 2025
Sensazioni al volo: Cucina solida e schietta, ambiente curato e accogliente, servizio attento e rapido, carta dei vini pensata fuori dai soliti schemi. Un’esperienza coerente nella quale ad essere protagonisti sono i sapori e i gusti del territorio.