Attualità - 17 settembre 2025, 08:44

Dagli studenti per gli studenti: il social network a misura d’Università che parla anche braidese

Openyard è un progetto innovativo nato per favorire la connessione tra gli studenti universitari, con tanti vantaggi. Scopriamo quali

Nicola Violano con Silvia Gullino

Aiutare gli studenti universitari, specialmente quelli fuori sede, ad integrarsi in una realtà del tutto nuova, attraverso un’applicazione che si pone l’obiettivo di offrire soluzioni pratiche per venire incontro ai loro bisogni e necessità.

In che modo vi starete chiedendo? Creando una grande community in cui interagire e stringere legami, ma anche facilitare il passaggio dal mondo accademico a quello professionale.

È con questa idea che un gruppo di studenti torinesi ha fondato Openyard: una startup in grado di avere accesso a un’ampia gamma di servizi strettamente collegati al quotidiano di ogni studente e numerosi altri contenuti innovativi, creando un ambiente sicuro e verificato dove è possibile partecipare a eventi, scambiarsi appunti, discutere in community tematiche e stringere nuove amicizie.

I fatti sembrano aver dato ragione ai ragazzi. Oggi Openyard mette in connessione oltre 5mila studenti, riscuotendo ottimi consensi. Un progetto di successo quindi, che sembra preso in prestito dalla Silicon Valley. E invece è una storia tutta italiana, dove troviamo anche il braidese Nicola Violano (in foto con Silvia Gullino), che abbiamo voluto scoprire attraverso qualche domanda tra passato, presente e futuro...

Nicola, raccontaci un po’ chi sei…

«Ho 23 anni, abito a Roreto di Cherasco, ma ho passato infanzia e adolescenza a Bra. Faccio parte del team di Openyard Srl, una startup innovativa nata per migliorare le connessioni tra studenti universitari, creando uno strumento sicuro, completo e utile sia sul piano sociale che professionale. L’obiettivo è offrire a tutti l’opportunità di entrare in contatto con le persone giuste, al momento giusto».

A proposito di Openyard invece, cosa puoi dirci al riguardo?

«Openyard offre un social network esclusivo a tutti gli studenti universitari. Attraverso la verifica dello status accademico dello studente, abbiamo creato uno spazio sicuro dove ogni universitario può creare connessioni utili, avere un accesso rapido a informazioni rilevanti e poter organizzare autonomamente attività ed eventi, migliorando sensibilmente l’esperienza universitaria e facilitando il passaggio dal mondo accademico a quello professionale».

Qual è l’obiettivo di Openyard?

«La mission è mettere a disposizione degli studenti universitari una piattaforma di social networking che permetta loro di connettersi facilmente con la comunità accademica, tra i vari dipartimenti, e col territorio, affiancandoli durante tutto il percorso».

Quando inizia la storia del progetto?

«La storia di Openyard comincia durante il mio primo anno all’Università di Torino, dicembre 2022, quando partecipai a un sondaggio sull’inclusione sociale universitaria e lasciai il mio contatto. Poco dopo fui contattato da due ragazzi, Francesco Tamburello e Simone Giammusso, che insieme a Nicolas Zullino e a me, formarono i quattro founder. Nicolas e io facevamo lo IED, mentre Simone e Francesco il Politecnico di Torino, e questa diversità ci ha permesso di avere una prospettiva più ampia su quali fossero i reali bisogni degli studenti».

Come è nata questa idea?

«L’idea originale nacque osservando quanto fosse difficile per gli studenti creare relazioni autentiche e trovare opportunità per collaborare. In particolare, emergeva dal sondaggio che per i ragazzi non esisteva uno strumento pratico ed efficace che mettesse in contatto gli studenti con interessi simili o corsi affini. Questo ha portato alla nascita di Openyard, un’app pensata per rispondere a questi bisogni concreti, sviluppata da un team multidisciplinare composto, oltre ai founder, anche da Gionata Turco ed Edoardo Mouth per la parte commerciale, Eleonora Lalario e Alessia Raffaele come social media manager, Lorenzo Mori nello sviluppo back end, Michela Roberto come UX designer, e Zaccaria Pisciotta come graphic designer. Ognuno ha contribuito a definire le funzionalità in modo che fossero realmente utili agli studenti, rendendo l’app completa e sicura».

Come è protetta la community?

«La sicurezza è garantita dalla verifica tramite mail universitaria, evitando account falsi o intrusioni esterne e creando un ambiente affidabile e protetto, fondamentale per la fiducia della community».

Cosa offrite in concreto agli studenti con Openyard?

«Openyard offre un sistema di matching avanzato che permette agli studenti di connettersi in base agli interessi, ai corsi e alle attività, evitando contatti casuali e aumentando la probabilità di relazioni significative. Uno studente fuori sede che arriva a Torino può così trovare altri studenti del suo corso, organizzare gruppi di studio e partecipare a eventi pertinenti, sentendosi subito parte della comunità universitaria».

Qual è la funzione più utilizzata?

«La possibilità di creare e partecipare a eventi è uno degli strumenti più utilizzati. Studenti nuovi in città possono unirsi a un aperitivo “solo ragazze” per conoscersi in un ambiente sicuro, partecipare a un evento tematico tra studenti di corsi diversi, oppure a incontri di networking con professionisti locali, aprendo la strada a contatti utili per stage o lavoro. Gli eventi permettono anche di creare gruppi tematici, che spesso evolvono in collaborazioni extra-curriculari».

Facciamo un esempio?

«La sezione post e contenuti è stata pensata come spazio dove gli studenti possono condividere domande, consigli, informazioni e proposte. Questo ha portato a situazioni concrete: per esempio, una ragazza fuori sede ha trovato, grazie ai post, altri studenti con cui condividere un appartamento e coinquilini affidabili, riuscendo così a sistemarsi velocemente e in sicurezza. Altri post hanno facilitato la creazione di gruppi di studio, lo scambio di appunti o la segnalazione di eventi e attività interessanti, rendendo la community attiva e concreta».

Che vantaggi ci sono oltre alla socializzazione?

«Le connessioni in app permettono di trasformare la partecipazione agli eventi e l’interazione nei post in relazioni durature. Due studenti che partecipano agli stessi eventi vengono messi in contatto e spesso continuano a collaborare su progetti universitari o a condividere interessi comuni, generando amicizie stabili e significative. La funzione di scoperta eventi in base agli interessi e alla posizione assicura che gli studenti non perdano opportunità rilevanti: chi è appassionato di musica riceve notifiche sui concerti vicino all’Università e può incontrare persone con le stesse passioni. Un’altra caratteristica molto apprezzata dagli utenti sono gli sconti dedicati, che permettono di accedere a convenzioni con locali, librerie e attività culturali, aggiungendo un valore concreto all’esperienza universitaria e facilitando la socializzazione».

Diamo qualche numero?

«Dal punto di vista dei numeri, Openyard è cresciuta rapidamente: nata con circa 150 utenti, grazie a un video virale su TikTok ha raggiunto 1.500 utenti in soli due giorni, fino ad arrivare agli attuali 5mila utenti attivi. La metà proviene dal Politecnico di Torino, l’altra metà dall’Università di Torino, con una piccola percentuale da altri atenei come IED, ESCP e IAAD. Gli utenti attivi giornalieri sono circa 700, con oltre 7mila sessioni giornaliere e una media di 10 per utente. Finora sono state generate più di 300mila connessioni, pubblicati oltre 15mila post e creati più di 400 eventi. Le valutazioni sugli store sono alte: 5,0 sull’App Store con 72 recensioni e 4,6 sul Play Store».

Un’app semplice e intuitiva, è forse questo il suo successo?

«Openyard non è solo un’app, ma un ecosistema completo per gli studenti, dove ogni funzionalità ha uno scopo preciso e concreto, dal matching ai post, dagli eventi alle connessioni, in un ambiente sicuro e verificato. L’obiettivo è rendere l’esperienza universitaria più connessa, inclusiva e ricca di opportunità, aiutando gli studenti a fare amicizie, partecipare a eventi rilevanti, costruire contatti professionali e condividere esperienze fin dal primo giorno di corso. Le relazioni create oggi possono trasformarsi in strumenti fondamentali per il futuro lavorativo, dando agli studenti opportunità che spesso non sanno neanche esistere. In futuro puntiamo a validare l’app a Torino, espanderla in tutta Italia entro settembre e successivamente in Europa».

Perché uno studente dovrebbe scaricare l’app?

«Perché è l’unico strumento pensato per mettere realmente in contatto gli studenti universitari, aiutandoli a creare connessioni reali, partecipare a eventi rilevanti, trovare gruppi di studio e anche opportunità pratiche come coinquilini o sconti dedicati. Molti studenti non si rendono conto che le relazioni che costruiscono all’Università possono essere fondamentali anche per il futuro lavorativo: con Openyard, anche contatti che oggi nascono in maniera “sociale” possono trasformarsi in opportunità concrete per stage, collaborazioni o progetti. In più, ogni funzionalità dell’app è studiata per rendere più semplice e sicura la vita universitaria, dai post e le connessioni al matching per interessi e corsi, fino agli eventi e alle convenzioni dedicate. In pratica, Openyard permette di integrarsi, conoscere persone con interessi simili e creare network utili sia socialmente che professionalmente, tutto in un ambiente sicuro e verificato».

È un sogno che si è avverato?

«Un sogno nato e maturato a 20 anni, di sicuro da piccolo non credevo che avrei fatto questo, ma quando incontri le persone giuste che condividono i tuoi stessi interessi, come successo a me con il gruppo di Openyard, tutto è possibile».

Bravi ragazzi!

Silvia Gullino