Il movimento per la Palestina si rafforza e si diffonde capillarmente in tutta Italia. Dopo l'attacco alla Global Sumud Flotilla, missione umanitaria diretta a Gaza, e l'aggravarsi dei bombardamenti nella Striscia, l'Unione Sindacale di Base (USB) ha proclamato lo stato di agitazione permanente, lanciando l'occupazione simbolica di 100 piazze italiane. Da Roma a Torino, da Genova a Milano, la mobilitazione ha raggiunto anche Cuneo e Alba.
Questa mobilitazione nasce sulla scia dello sciopero generale del 22 settembre, partito da piazza dei Cinquecento a Roma. "Lo sciopero è l'unico strumento democratico di cui non si può accettare la compressione del diritto", ribadiscono gli organizzatori, che vedono nei presidi permanenti il naturale riflesso nelle piazze della protesta sindacale.
Il movimento pacifico contro la guerra e le armi continua quindi a crescere in modo esponenziale, arrivando anche nel Cuneese: lo sciopero nazionale del 22 settembre ha registrato nelle strade di Cuneo ben duemila presenze, tutti uniti per fermare il genocidio nella Striscia di Gaza.
Inoltre, piazza Europa è diventata il cuore pulsante della solidarietà cuneese con la Palestina. Il presidio permanente, inaugurato domenica 28 settembre alle 15, in piazza Galimberti, è stato trasferito poi oggi, lunedì 29 settembre, in piazza Europa.
La partecipazione collettiva è fondamentale: anche due ore al giorno possono fare la differenza. Ogni giorno alle ore 18 si terrà in piazza un'assemblea pubblica aperta a tutte e tutti, l'Agorà Flotilla, per aggiornarsi, decidere insieme le iniziative e coordinare le azioni.
Per dare disponibilità nei turni, proporre attività o richiedere informazioni scrivere a: cuneopergaza@gmail.com. Per aggiornamenti si possono consultare i profili ufficiali Instagram (cuneo_per_gaza) e Facebook (Cuneo per Gaza).
Le parole d'ordine sotto le quali si sono mobilitati gli attivisti sono "BLOCCHIAMO TUTTO". Si tratta di luoghi pacifici, aperti al confronto e utili per l'organizzazione delle attività giorno per giorno. In caso di emergenze o notizie importanti, come un nuovo attacco alla Flotilla, le piazze diventeranno il punto di ritrovo per decidere collettivamente come mobilitarsi nel giro di poche ore.
L'obiettivo del movimento è chiaro: fermare l'invasione e il governo di Netanyahu, ottenere il riconoscimento dello Stato della Palestina, far arrivare aiuti umanitari a Gaza e impedire il genocidio in corso. I presidi mantengono un contatto costante con la Flotilla della solidarietà e si coordinano con le altre piazze italiane. Per gli attivisti, difendere i diritti umani significa smascherare le complicità, contestare la politica estera che sostiene pratiche di occupazione e punizione collettiva, e chiedere responsabilità chiare alle istituzioni locali, nazionali ed europee.
Anche Alba ha risposto all'appello dell'USB con un presidio venerdì 26 settembre in piazza del Duomo. Domenica 28 settembre, alle 17.30, piazza Michele Ferrero è stata luogo per un momento di solidarietà organizzato dall'Ufficio della Pace della Città di Alba, dalla Rete Cuneese per la Palestina e dalle "Donne in nero contro la guerra".
A Torino, invece, i presidi permanenti erano già attivi durante l'estate: in piazza Castello e piazza San Carlo gli studenti della Scuola Holden avevano occupato il suolo pubblico con un piccolo “villaggio” di tende per settimane.
Le rivendicazioni vanno oltre il cessate il fuoco: si oppongono all'aumento delle spese militari e chiedono giustizia sociale e pace. Il movimento per la Palestina cresce anche in Italia e promette di non fermarsi finché non vedrà realizzati i propri obiettivi di pace e solidarietà internazionale. La piazza vuole essere uno spazio politico e condiviso, dove mettere in pratica forme di solidarietà, confronto e azione collettiva. Qui si costruiscono alleanze concrete, reti di sostegno e pratiche che impediscono ogni forma di oblio e connivenza.