L'ammirazione per le Alpi cuneesi non conosce confini, lo dimostra l'attenzione riservata dalla televisione di Stato giapponese, in particolare attratta dal Monviso, per la produzione di un documentario.
Il documentario parla delle Alpi dall'Austria, passando per la Svizzera e toccando il Piemonte e più precisamente anche il Cuneese. Sarà pronto per i prossimi mesi e verrà trasmesso in Giappone.

A luglio i primi sopralluoghi e dopo il regista ha costruito la storia. Dal 20 al 23 settembre la troupe è tornata per realizzare le riprese. Un progetto nato lì dove in questi giorni il Piemonte è in vetrina all'Expo con il proprio padiglione, dove ambasciatore è proprio il Re di Pietra.

A raccontare le nostre montagne alla televisione giapponese è Enrico Collo, geologo, guida naturalistica e accompagnatore turistico, molto attivo sui social tramite la propria pagina Facebook, attraverso la quale ha tenuto un diario di viaggio di questa sua nuova avventura.
Contattato direttamente dalla produzione, perché rispondente al profilo cercato, ha accompagnato i tecnici durante le riprese, assicurandosi di contattare i rispettivi Parchi per gli opportuni permessi. Aiutati da un interprete hanno pianificato i luoghi da esplorare con lo stesso Collo, scegliendo come prima tappa la scalata al Monviso.

“Accompagno il regista e racconto i luoghi della provincia di Cuneo – dichiara Collo soddisfatto e con senso di realtà -, come di solito faccio con altri gruppi turistici ed escursionisti”.
La partenza sabato 20 settembre da Pian del Re, dove erano attesi dal direttore del Parco del Monviso Vincenzo Molinari, insieme al giardiaparco Stefano Macchetta e al responsabile della comunicazione Davide Rossi, che li hanno seguiti nell'escursione fino al Lago Chiaretto. Tra le incertezze del meteo per l'indomani, per l'attesa salita del Monviso, si conclude la prima giornata con l'arrivo al rifugio Quintino Sella in compagnia della guida alpina Paolo Collo, che spiega le difficoltà logistiche della scalata, a cui si aggiunge anche Silvio Bassignano, definito come un autentico mito della Valle Po.
Ed ecco che arriva l'alba della domenica mattina 21 settembre. “Alterniamo le riprese con i tratti di pietraia – aggiorna sul suo profilo Enrico Collo -, con Paolo e Silvio che le attraversano come una fitta trama di ragnatele, offrendo consigli a dei gruppi di ragazzi che salgono senza guide alpine. Sul Monviso basta sbagliare un bivio e ti trovi su canalini esposti, con pericolo di scaricare pietre sul sentiero principale.
Giunge l'alba e siamo al Bivacco Andreotti. La parte più dura della salita inizierà adesso, quando mancano 600 metri alla vetta”.

Ogni avventura è formativa e per Enrico Collo anche questa non ha risparmiato insegnamenti.
“Quando il regista mi disse, durante il sopralluogo di luglio – racconta ancora Collo -, che per le riprese avrebbe voluto raggiungere la vetta del Monviso, gli proposi subito la soluzione più semplice, quella che usano tante trasmissioni televisive. "Conosco un amico che può portarci su con l'elicottero!". Passarono alcune ore, poi a sera mi disse che questa non era una scelta etica: "Dobbiamo arrivarci a piedi, portando tutta l'attrezzatura con noi.
Non si può barare con la montagna". Quel giorno ebbi una bella lezione sullo shintoismo e sull'onestà intellettuale dell'Estremo Oriente”.
Quel giorno con le corde alle imbragature sono saliti fra le rocce giusto in tempo, prima che fossero raggiunti dalle nuvole minacciose di pioggia. Raggiunta la croce in vetta hanno accolto l'emozione della conquista e ammirato la bellezza del panorama mozzafiato. Il Monviso per qualche istante è stato loro.

Dalla valle Po, martedì 23 settembre, la troupe insieme a Enrico Collo si è spostata sullo spartiacque fra le Valli Maira, Grana e Stura, per documentare un'altra meraviglia: Rocca La Meja. “Ogni roccia che incontriamo ha una storia da raccontare! - ricorda Collo -. Grazie al Parco Alpi Marittime e al presidente Armando Erbì per la collaborazione e per aver concesso l'autorizzazione ad effettuare le riprese con i droni nell'area della ZPS dell'Altopiano della Gardetta (Zona di Protezione Speciale)”.





Ma l'avventura non finisce qui. Le riprese proseguiranno la prossima settimana ad Alba, in occasione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, per concludersi infine tra Piemonte e Liguria, seguendo l'evoluzione del territorio albese che finisce sugli appennini liguri.
















