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Al Direttore | 08 ottobre 2025, 19:47

Gli insegnanti di Marene al sindaco Deninotti: “Educare è anche un atto politico, significa stare dalla parte della pace e dei diritti”

Dalla primaria “L. Einaudi” una lettera aperta al primo cittadino: "La scuola non è estranea alla politica, ma luogo di dialogo, solidarietà e formazione alla cittadinanza"

Il sindaco Deninotti

Il sindaco Deninotti

Riceviamo e pubblichiamo:

Signor Sindaco di Marene, abbiamo letto con attenzione il Suo intervento pubblico relativo all’avviso apposto sulle pagine del diario dei bambini in merito allo sciopero indetto da alcune sigle sindacali per il 3 ottobre 2025 e desideriamo condividere con Lei alcune riflessioni, nella convinzione che il confronto, quando è rispettoso e costruttivo, rappresenti un importante strumento democratico.

Lei afferma, con correttezza, che lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito e che merita rispetto. Tuttavia, sembra considerare legittimi solo quegli scioperi che riguardano esclusivamente motivazioni di carattere lavorativo, escludendo da questa legittimità le mobilitazioni promosse per la difesa dei diritti umani riconosciuti dalla nostra Costituzione. 

A nostro avviso, il valore dello sciopero risiede anche nella sua capacità di essere espressione di solidarietà, di coscienza civile e di partecipazione a tematiche che, pur non essendo direttamente collegate al contesto lavorativo, toccano profondamente i principi fondamentali della convivenza umana e della pace. Si può — e anzi si deve, a nostro avviso — essere solidali non soltanto con i propri concittadini o connazionali, ma anche con popoli lontani, con comunità provate da conflitti, con le famiglie che oggi vivono in condizioni disumane e i bambini costretti a subire la descolarizzazione. La scuola non è un luogo “estraneo” alla politica. 

Si fa politica insegnando ed educando alle regole del vivere bene insieme, spiegando che i conflitti si risolvono con il confronto e il dialogo e non con la violenza, educando all’ascolto e al rispetto dell’altro anche se diverso da me e ad aiutarlo quando è in difficoltà. Si fa politica parlando di diritti e doveri, di Costituzione, di cittadinanza. 

Si fa politica lavorando sull’educazione civica, educazione peraltro resa obbligatoria e trasversale alle discipline dalla legge 92 del 2019. L’obiettivo dell’educazione civica è formare cittadini responsabili e attivi, empatici e aperti al dialogo. Noi, dal canto nostro, siamo da sempre impegnati a parlare di pace con i bambini, a coltivare con loro il valore della solidarietà, dell’ascolto e della giustizia. Crediamo sia ancora più significativo poterlo fare insieme, in sinergia con le istituzioni del territorio e non solo in occasione del Natale, con l’albero della Pace. 

Sarebbe bello poter organizzare, con il supporto del Comune, iniziative educative, momenti di confronto, percorsi di approfondimento su questi temi così importanti, affinché la Scuola e il Paese parlino insieme lo stesso linguaggio di speranza e di responsabilità. 

Come Lei giustamente scrive, “la miglior politica resta sempre quella del buon senso”. E noi crediamo che il buon senso, oggi, stia nel riconoscere che educare significa, inevitabilmente, anche schierarsi: dalla parte della pace, della dignità, dei diritti umani. 

Gli insegnanti della scuola Primaria “L. Einaudi” di Marene

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