Multe, ricorsi, spese di istruttoria.
Il mondo degli autovelox è sempre più complicato e difficile da gestire, tra omologazioni inesistenti, sentenze della Cassazione e decisioni contrastanti dei Giudici di Pace.
Nel più classico dei pasticci all’italiana, gli apparecchi installati fino ad oggi non solo non risultano omologati, ma non sarebbero nemmeno “omologabili”: manca infatti il decreto ministeriale che definisca i requisiti tecnici per procedere alla loro omologazione.
C’è chi pensa – quasi tutti – che i velox servano solo a “fare cassa” e chi, come gli enti locali, li considera strumenti indispensabili per garantire la sicurezza sulle strade.
Per legge, infatti, i proventi delle multe devono essere destinati alla manutenzione e alla sicurezza stradale.
La Provincia di Cuneo, che gestisce oltre tremila chilometri di strade, è direttamente coinvolta nella vicenda. Strade dove, purtroppo, si continua a morire più che altrove: 31 vittime nel solo 2025.
È proprio il presidente Luca Robaldo, anche sindaco di Mondovì, a farsi portavoce della questione, scrivendo nientemeno che al Presidente della Repubblica e ai suoi colleghi presidenti di Provincia. “Ci troviamo a pagare le spese legali dei ricorsi contro le multe del velox di Cherasco – spiega –. Noi ne abbiamo installato uno solo, la Provincia di Alessandria ne ha undici, pur avendo molte meno strade di noi”.
Il meccanismo è semplice ma perverso: il multato fa ricorso, la Provincia resiste in giudizio convinta di tutelare la sicurezza, ma in caso di vittoria del ricorrente, l’ente viene condannato a pagare le spese legali.
“Non era mai successo che un ente dovesse sostenerle – precisa Robaldo –. Ho dovuto approvare un debito fuori bilancio: 160 euro a pratica, che moltiplicati per i ricorsi fanno una cifra significativa. Dove si vuole arrivare? A togliere tutti i velox?”.
Robaldo richiama l’attenzione anche sul numero crescente di incidenti.
La maggior parte dovuti a disattenzione e mancanza di educazione stradale. Ora, in pieno caos normativo, il Ministero dei Trasporti sta cercando di fare ordine con la creazione di un’anagrafe nazionale dei velox fissi. "Un passo importante, che renderà finalmente autorizzati gli impianti e nulli i ricorsi”.
Il presidente della Provincia accoglie con favore l’iniziativa, ma chiede chiarezza e rispetto per il lavoro delle istituzioni locali: “Alcuni Giudici di Pace condannano gli enti al pagamento delle spese come se la Polizia Locale agisse per lite temeraria, quando invece svolge un compito previsto dalla legge. Noi amministratori siamo sempre tra l’incudine e il martello: accusati di voler fare cassa, ma costretti a investire per garantire la sicurezza”.
Nella lettera inviata al Quirinale, Robaldo cita esplicitamente i Giudici di Pace di Alba, competenti per il territorio in cui si trova l’unico misuratore provinciale, quello di Cherasco. Questi, fin dall’inizio, hanno accolto i ricorsi degli automobilisti, annullando le multe e condannando la Provincia a rifondere le spese legali.
“Signor Presidente, mi domando il senso di tutto ciò – scrive Robaldo –. Le Province e i Comuni vengono di fatto interdetti dal sanzionare comportamenti pericolosi. Addirittura sembra che sia la Provincia stessa a essere ‘punita’ per aver cercato di limitare la velocità. Ma la sicurezza stradale non può essere lasciata all’incertezza normativa: ogni anno troppe vite si spezzano sulle nostre strade”.














