Tre giornate di confronto, sperimentazione e formazione hanno visto protagonisti, dal 10 al 12 ottobre, 56 tecnici di soccorso speleologico provenienti da tutta Italia. L’occasione è stata l’Open Day CTS 2025, organizzato dalla Commissione Tecnica Speleologica (CTS) in collaborazione con la Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Speleologico del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS),
L’evento si è svolto all’interno ed all’esterno dell’Antro del Corchia, nelle cave di marmo nel comune di Stazzema (LU). La grotta, uno dei complessi carsici più estesi e conosciuti d’Italia con i suoi 80 km fino ad ora rilevati, oltre 20 ingressi e una profondità di 1210 m, ha offerto un ambiente ideale per testare e dimostrare sul campo le tecnologie più avanzate sviluppate negli ultimi anni dal CNSAS per il soccorso in grotta.
Un laboratorio sotterraneo per la tecnologia del soccorso
L’obiettivo di questa prima edizione dell’iniziativa è duplice: da un lato, illustrare ai tecnici di tutte le delegazioni speleologiche del CNSAS le innovazioni tecniche nate dal lavoro della CTS; dall’altro, consentire ai partecipanti di sperimentarle direttamente in ambiente ipogeo, verificandone prestazioni e funzionalità operative.
Durante le tre giornate, sono stati presentati e testati diversi sistemi ormai pienamente operativi ed a disposizione delle squadre durante gli interventi di soccorso medicalizzato, tra i quali:
• Campo interno “Estìa”, un modulo logistico avanzato progettato per gestire interventi complessi a grande distanza dall’ingresso. Composto da kit modulari leggeri e impermeabili, Estìa permette di allestire un vero e proprio campo interno in grado di ospitare una squadra di nove tecnici suddivisi in tre tende “Notte” e una tenda “Giorno”. Fornisce comfort termico, kit igienici, sistemi di depurazione dell’acqua, alimenti liofilizzati e tutto il necessario per il riposo e il recupero operativo del personale in grotta, ospitando in successione più squadre di nove tecnici ciascuna e garantendo autonomia e rapidità di montaggio e smontaggio.
• Sistema “Ermes” un sistema brevettato di collegamento Internet in grotta, basato su due valigette stagne — una interna e una esterna — collegate tramite doppino telefonico. Permette di portare connettività voce, video e dati all’interno delle cavità. Prodotto in collaborazione con BPG Radiocomunicazioni, consente ai tecnici ed ai sanitari impegnati nel soccorso in profondità di effettuare videochiamate, trasmissione di dati sanitari, tracciati ECG, immagini ecografiche e altre informazioni in tempo reale all’esterno della grotta e da qui, grazie a una connessione esterna, virtualmente in tutto il mondo. Fino ad oggi, è stato utilizzato con successo in esercitazioni fino a 2400 metri dall’ingresso, rappresenta un importante passo avanti nel soccorso medicalizzato in ambiente ipogeo permettendo al personale sanitario sul ferito in grotta di essere direttamente supportati da personale medico specialistico che può trovarsi in ospedali di tutto il mondo.
• Link radio-telefono “Ether”, un sistema brevettato e prodotto in collaborazione con BPG Radiocomunicazioni, che consente una comunicazione diretta e criptata tra campo base e interno grotta, senza necessità di allestire un campo avanzato o utilizzare tecnici all’esterno della grotta con funzioni di “ponte radio”. La trasmissione avviene via radio in tempo reale e in modalità full-duplex (si parla e si ascolta contemporaneamente, come con un telefono), garantendo chiarezza e continuità nelle comunicazioni operative. La centralina, contenuta in una valigetta stagna, funge anche da ponte radio criptato con le radio mobili della zona e può registrare le conversazioni grazie a una scheda di memoria interna. L’autonomia è assicurata da batterie interne ricaricabili e da eventuali moduli ausiliari.
• Ecometro “TDR”, uno strumento di diagnostica e controllo delle linee telefoniche in grotta. Permette di mappare il tracciato del cavo dall’ingresso della grotta fino al punto in cui è avvenuto l’incidente, individuare interruzioni o cortocircuiti e localizzarli con precisione, grazie a un segnale riflesso che mostra il punto di anomalia su un display. Derivato dai dispositivi usati nelle telecomunicazioni, il modello selezionato dalla CTS rappresenta il miglior compromesso tra prestazioni, costo e robustezza per le condizioni operative del soccorso speleologico.
Accanto alle tecnologie già operative, i tecnici della CTS hanno presentato anche progetti in fase avanzata di sviluppo, illustrandone finalità, potenzialità e possibili applicazioni future nelle operazioni di soccorso reale.
Un’iniziativa che non si è limitata alla formazione, ma che ha favorito la condivisione di esperienze, la nascita di nuove idee e il consolidamento di una rete di tecnici pronti a operare con strumenti sempre più avanzati, per garantire che – anche nei luoghi più remoti e difficili da raggiungere – la tecnologia e la professionalità del CNSAS continuino a fare la differenza.













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