Curiosità - 01 novembre 2025, 09:47

Pietro Allemandi e quel sogno che ancora oggi guarda al futuro

La sua storia, il ricordo, l’intento e quello che ancora oggi rappresenta la sua Fondazione

Pietro Allemandi

Pietro Allemandi

"Dicono ci voglia coraggio. Io credo ci voglia dignità.”

Nato a Dronero nel 1886, a Torino Pietro Allemandi intraprese gli studi giuridici e diventò avvocato. Qui conobbe la marchesa Cleopatra Ratto, che divenne poi sua moglie. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale e nel 1920 fu eletto sindaco di Dronero, carica che ricoprì fino al febbraio 1926, dedicandosi poi soprattutto all'avvocatura e mantenendo contatti con colleghi antifascisti di Cuneo, Torino e Mondovì, nonché restando anche in relazione con gli ambienti giolittiani e socialisti della sua città. 

Il 25 luglio del 1926 Pietro Allemandi e Giovanni Lantermino vennero proposti al prefetto di Cuneo come commissario e vicecommissario prefettizi (in pratica sindaco e vicesindaco). La nomina fu ratificata alla fine di agosto. L'8 settembre, mentre si organizzarono in Valle Maira due consistenti formazioni partigiane, Allemandi e Lantermino, con anche Cristoforo Coalova, scelsero di restare in città per non abbandonarla al disordine amministrativo e alle prevaricazioni fasciste.

Contemporaneamente avviarono contatti soprattutto col gruppo di Galimberti, che Allemandi aveva conosciuto un anno prima, avvicinandosi alle posizioni azioniste. In effetti, dagli archivi, risulta con la qualifica di "caduto" e il grado di "partigiano" della Banda Italia Libera, fin dal 1° settembre 1943 (probabile qui un errore di trascrizione o di segnalazione).

La situazione si farà difficile dopo la nomina a commissario per la costituzione del Fascio Repubblicano di Oreste Millone, elemento intransigente e fanatico che contesta l'autorità, di origine "badogliana", dell'amministrazione comunale. L'uccisione di Millone da parte di un nucleo partigiano proveniente forse dalla Valle Varaita scatenò una violenta reazione nazifascista.

Il 2 gennaio 1944 Allemandi fu arrestato, la sua casa incendiata, il suo archivio distrutto. Rinchiuso nel carcere di Cuneo e poi trasferito alle "Nuove" di Torino, venne deportato a Mauthausen, via Bergamo, il 13 marzo.  Entrato nel Lager il 20 marzo con il numero 58662, fu poi trasferito nel sottocampo di Gusen I. Morì per una infezione alla gamba il 27 aprile, nell'infermeria di Gusen, assistito da Lugliengo, anch'egli ricoverato nello stesso blocco.

UN SOGNO GUARDANDO AL FUTURO 

Consapevole della volontà da parte dei nazisti di ucciderlo, nel campo di concentramento Allemando comunicò ad alcuni suoi compagni di prigionia, avvocati, le sue volontà testamentarie, immaginando che tra le carte di Dronero fosse andato perduto il suo scritto. 

I prigionieri avevano un semplice pezzo di carta e una matita per poter scrivere quanto erano costretti ad affidare alla memoria. Così come Allemandi temeva, il suo testamento venne bruciato dai tedeschi insieme ad altri documenti, durante una perquisizione. Dei compagni di prigionia sopravviverà solo il saluzzese Nino Bonelli, che trasmetterà le ultime volontà dell’amico una volta ritornato in Italia.

Nel 1945 Bonelli scrisse: “Ho incontrato l’avv. Pietro Allemandi a Bergamo, in un camerino della Caserma Colleoni, ove eravamo detenuti, il 14 Marzo 1914 e rimanemmo insieme fino al 17; in tal giorno fummo separati in quanto viaggiammo sul medesimo treno, ma in distinti carri piombati, verso Mathausen. L’avv. Allemandi era in un altro vagone con tutti i Droneresi, mentre io mi trovavo con i compagni di Saluzzo e Revelio. Il 20 marzo ci ritrovammo all'arrivo alla stazione di Mathausen e da allora rimanemmo insieme, fino al 24 a Mathausen, e poi, sempre insieme, fino al 22 o 23 aprile a Gusen. Ci separammo il 22 o il 23 perché l'avv. Allemandi venne trasportato all'infermeria di Gusen, ove decedette il 27 aprile. Io non assistetti alla sua morte, ma ne ebbi nota dal povero geom. Ugliengo [Lugliengo n.d.r.] che fu presente, trovandosi anch'essi nella medesima infermeria.

Grazie a lui, arrivarono a Dronero le intenzioni di Allemandi. A parte l’usufrutto al fratello, l’ingegnere Carlo Allemandi, l’erede universale del testamento di Pietro Allemandi fu il Comune, allo scopo che il suo patrimonio contribuisse all’erezione di una Scuola Professionale Comunale.

Carlo diede così seguito alle volontà del fratello e dispose un lascito di Lire 40.753.300 a favore della nascente Fondazione “Allemandi Pietro”. Con delibera del 22 ottobre 1956 il Consiglio Comunale di Dronero approvò lo statuto che definisce lo scopo della Fondazione, il cui obiettivo è intatto ancora oggi: “Erogare ogni anno più borse di studio a favore di giovani studenti nati e residenti nel Comune di Dronero e in quello di San Damiano Macra, appartenenti a famiglie disagiate ed avviati con profitto agli studi in una scuola professionale (industriale o agricola).”

Tutto questo è divenuto realtà, insieme alla collaborazione con le scuole del territorio, all’attenzione ai giovani ed all’impegno costante anche attraverso la locazione a canone agevolato degli alloggi di proprietà della Fondazione a Torino.

CASA ELENA 

Dal 17 ottobre 2021, il primo “alloggio dello studente” della Fondazione Allemandi (appartamento acquistato nel 2011) di Torino, è diventato “Casa Elena”, in memoria di Elena Audisio, studentessa al secondo anno di Scienze biologiche all’Università di Torino. Proprio qui, dove la ragazza aveva vissuto per un anno e mezzo, è stata installata una targa con una sua splendida fotografia. Appena sotto, una delle frasi più significative del suo libro preferito, “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Il passo è quello della volpe che dice: “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno, tu potrai sederti un po’ più vicino.” Un richiamo alla forza dei legami, quella che aveva sempre contraddistinto la vita di Elena, il cui esempio di tenace passione, dedizione e studio, uniti alla sua grande sensibilità, sono come un faro di luce. 

[Elena Audisio]

  

LA CONSEGNA DELLE BORSE DI STUDIO 

Una giornata davvero importante quella dello scorso 4 ottobre. Presso l’Istituto Alberghiero “Virginio-Donadio” di Dronero si è svolta la cerimonia di assegnazione, a 17 ragazzi meritevoli con media 8.5, della Borsa di Studio - anno 2024/2025 della Fondazione Pietro Allemandi.

Presenti, insieme al presidente Adolfo Cesano e al segretario Mauro Arnaudo, i consiglieri Annalisa Simondi, Francesca Donadio, Dario Cuniberti, portando i saluti anche del consigliere Don Giovanni Banchio.
 

[Consegna delle Borse di Studio lo scorso 4 ottobre  presso l’Istituto Alberghiero “Virginio-Donadio” di Dronero]

  

Toccante come sempre è stato il ricordo di Pietro Allemandi, il cui intento prosegue proprio grazie alla Fondazione. Bellissime, nel giorno della consegna delle Borse di Studio, sono state le parole del segretario Mauro Arnaudo, rivolte ai giovani e colme di significato:

Le borse di studio che oggi vi consegniamo nascono da un gesto straordinario: il lascito di Pietro Allemandi, un nostro concittadino di Dronero. Pietro non è stato un uomo qualunque: è morto nel campo di concentramento di Mauthausen, nel 1944 in un momento in cui l'Italia era allo sbando, piegata dalla guerra e dal dolore. Eppure, in quell'istante drammatico, lui non pensò solo a sé stesso. Pensò a voi. Pensò ai giovani del futuro. Pensò a come aiutarvi a crescere, a come darvi una possibilità concreta di studiare, imparare, costruirvi un domani migliore. 

Riflettete un attimo: in un luogo di disperazione, nel buio della guerra, Allemandi ha immaginato la vostra speranza. Ha immaginato i vostri sorrisi di oggi, il vostro impegno sui libri, i vostri progetti per il futuro. Questo è il senso profondo di queste borse di studio: non solo un aiuto economico, ma un ponte ideale tra chi ha sofferto per darvi libertà e chi oggi deve costruire con coraggio e responsabilità un'Italia migliore. Cioè voi ragazzi. Vi chiedo di portare con voi questo ricordo e di essere fieri del vostro impegno.

Siate curiosi, continuate a studiare e a mettervi in gioco. E allora, a nome della Fondazione Pietro Allemandi, vi dico: continuate così, credete in voi stessi, non abbiate paura delle difficoltà. Perché se un uomo, nel momento più buio, ha avuto fiducia nel vostro futuro... Vuol dire che davvero potete farcela.”
 

Per tutti, a ricordo della vita, dell’intento e di cosa ancora oggi rappresenta Pietro Allemandi è il libro “Dronero 1944 - 2025: la Fondazione Pietro Allemandi tra storia e memoria". Per non dimenticare, proprio grazie alla sua Fondazione.

Beatrice Condorelli

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