La nostra intervista a Chiara Gribaudo, deputata cuneese e vicepresidente nazionale del Partito Democratico, ha aperto un dibattito politico ad ampio spettro, che riguarda anche possibili, future aperture a sinistra.
Ne abbiamo parlato con Claudio Bongiovanni, dal giugno 2022 consigliere comunale di minoranza del gruppo “Cuneo Mia”, già fondatore del forum della mobilità Cuneo 2013, componente del “Comitato tutela Piazza Europa”, poi sfociato nell'associazione “DiPiazza in Piazza”.
Impiegato presso l'ufficio tecnico della provincia di Cuneo nel settore viabilità, dal 2023 è pensionato e, a giorni, compirà 66 anni.
Sportivo militante, ha giocato nella squadra della città di Cuneo negli anni 78-79-80 in seguito nel Bra e nel Busca.
Allenatore settore giovanile Cuneo, risulta essere tra i consiglieri più presenti nelle sedute di Consiglio e nelle Commissioni consiliari.
Gli abbiamo rivolto alcune domande per cercare di capire qual è lo stato dell’arte della politica amministrativa cuneese e, più nello specifico, com’è stata letta a sinistra la mano tesa dell’onorevole Gribaudo in vista delle amministrative 2027.
Bongiovanni, qual è il giudizio che Cuneo Mia dà dell’attuale situazione in municipio a Cuneo?
“Una situazione che fin dal primo momento abbiamo individuato come ambigua, frutto di accordi spartitori che nel tempo non hanno retto. Sono stati un freno ad un’azione chiara ed incisiva fino a diventare causa di blocco amministrativo su questioni importanti. Dopo le elezioni regionali, inevitabilmente, è emerso il vero clima che si respira all'interno della giunta e tra i consiglieri di maggioranza”.
In sintesi, che cos’è che disapprova in modo particolare in riferimento ai temi che più stanno a cuore a lei e a chi l’ha eletta in Consiglio comunale?
“I temi su cui si è aggregata Cuneo Mia, per sostenere Luciana Toselli hanno come perno la tutela dell’ambiente naturale e sociale cittadino, l’inclusione intesa anche come partecipazione attiva dei cittadini alla vita amministrativa. Su questi argomenti la maggioranza è stata per noi una vera delusione”.
Specifichi meglio…
“Detto in poche parole, non abbiamo trovato ascolto, se non a parole, sia riguardo alle azioni che al metodo. Ci basta ricordare piazza Europa, l’ospedale, le aree ex Enel, Montezemolo, la gestione degli spazi vuoti in città, piazza della Costituzione, il progetto mai attuato, ma autorizzato, di una mega area sportiva privata nella zona di fronte all'attuale Conad e, soprattutto, il polo logistico di Amazon. La maggioranza ha fatto prevalere il consumo di suolo a scapito della sostenibilità ambientale con un metodo che esclude la partecipazione dei cittadini ma anche il contributo della minoranza consiliare”.
Mancano poco meno di due anni alla fine del vostro mandato e non si può dire che sia stata una consiliatura tranquilla. A suo avviso reggerà l’intesa Pd-Centro per Cuneo?
“Non ha potuto essere una consiliatura tranquilla proprio per la diversa visione politica dei gruppi che governano sia su temi cittadini che nazionali. La cosa, vista dall’esterno dà un senso di azioni confuse e mi pare abbia minato anche il clima all’interno dei gruppi stessi. Non saprei proprio dire quanti consiglieri siano disposti ad affrontare una nuova consiliatura dovendo continuare a trangugiare bocconi amari. Per la città una nuova intesa fra gli attuali gruppi non sarebbe a mio avviso una buona cosa. Così dicono i fatti”.
Recentemente, l’on. Chiara Gribaudo ha manifestato disponibilità ad un’apertura nei confronti vostri e dei Beni Comuni. Allo stesso tempo però vi ha strigliati dicendo: “Ciascuno sceglie se vuole solo testimoniare o sporcarsi le mani. Amministrare significa costruire progetti, non limitarsi agli ordini del giorno”. Siete disposti a “sporcarvi le mani” o preferite continuare sulla via della testimonianza?
“Andare al governo della città o restare all’opposizione non è una scelta solo nostra. Dipende dai voti che riusciremo a raccogliere, c’è un nostro programma che deve trovare corrispondenza con quello di eventuali, altri gruppi. Voler andare a governare solo per esserci non dà buoni frutti né per noi né per la città. La parabola di un Pd che ha orrore di andare all’opposizione come è successo in questa legislatura, deve insegnare. Se dobbiamo valutare le azioni amministrative ci chiediamo chi sia e cosa voglia il Pd oggi. Non basta chiamarsi Pd per essere un alleato appetibile. Quando capiremo bene quale sarà il Pd cuneese si potrà riparlarne”.
Se – per ipotesi – il Centro per Cuneo dovesse smarcarsi anzitempo uscendo dalla maggioranza, accettereste, insieme ai colleghi di Beni Comuni, di garantire il prosieguo della consiliatura fino alla sua scadenza naturale?
“Mi sento di escludere un’eventualità del genere, troppa è la voglia di restare da parte dei due schieramenti. Le occasioni di rompere sono state molte, mai colte. Questo la dice lunga sulle motivazioni che tengono insieme questa maggioranza. Comunque non c’è ragione di diventare dei supplenti. Il voto dei cittadini conta ancora qualcosa”.
A quali condizioni, nel 2027, potreste affiancarvi al Pd e ad altri soggetti in un ipotetico “campo largo” cuneese?
“Il nostro modo di agire è stato chiaro fin dall'inizio: la trasparenza, la partecipazione, l'inclusione, la sanità territoriale e la cura dell'ambiente, temi condivisi con Cuneo per i Beni Comuni, nelle sue molteplici sfaccettature sono tra gli obiettivi più importanti. Troviamo sbagliato parlare di schieramenti e decidere secondo schemi di gioco come per una partita di calcio. Si tratta di contenuti, di metodi di governo della città, si parla di uomini e donne coerenti e affidabili. Questo sarà tutto da vedere e da costruire con proposte concrete e condivisibili”.