Cento anni meravigliosi, festeggiati con felicità e commozione generale, non senza lacrime ieri al Tapparelli.
"Non chiedetemi come ci sono arrivato, non so come, ma sono grato alla vita" ha dichiarato Francesco Rabbia ripercorrendo attraverso le immagini di un video, alcuni momenti significativi della sua lunga e interessante vita.
Ha stappato lui stesso la bottiglia dei cento anni che ha compiuto il 30 novembre, ricevendo gli auguri dellla città da parte del sindaco e del CdA dell’Ente. La presidente Tiziana Drago gli ha fatto di una frittata verde, cucinata nella sua abitazione, fritta in padella come piace a lui, dopo aver ascoltato una conversazione di Francesco sulla modalità di cucinare il piatto che nella cucina interna della residenza si fa al forno.
Francesco era sposato con Franca Mondino (dal 1949 ) e con lei aveva festeggiato i 75 anni di matrimonio. "Purtroppo non c'è più dallo scorso anno - la ricorda Francesco -. Mi manca tanto, insieme abbiamo vissuto una vita serena". Hanno avuto due figli, Giovanni e Sergio, nipoti e pronipoti viaggiando anche molto.
La sua vita è stata caratterizzata dal lavoro, ma anche da coraggio e tanta saggezza dicono i famigliari.
Ha iniziato a lavorare da ragazzo “Bisognava lavorare - dice - perché la vita era dura e non avevamo molte cose, come non c’ erano tanti svaghi. Anche se noi riuscivamo a divertirci con poco".
Sua madre che ha allevato la famiglia da sola, essendo rimasta vedova, gestiva una latteria in piazza Risorgimento, vendendo anche formaggi freschi. E, lui racconta con lucidità il primo impiego a 12 anni, prima nella tipografia di Mario Bovo, poi nella bottega di Bosio dove si fabbricavano martelli e attrezzi.
Sotto il fascismo fu arruolato nella IV Armata che costruiva i camminamenti per i soldati, poi nella Todt, un’organizzazione di costruzione del regime nazista.
Lo chiamarano per entrare nella 4^ divisione alpina della Repubblica di Salò: " ma non accettai perchè non voleva fare il soldato per i fascisti". Allora fu deportato in Germania, in un lager, per lavorare in una centrale elettrica, dove c’è ancora il suo nome nell’elenco di chi vi ha lavorato.
E’ rimasto nel lager di Bitterfeld, più di un anno. Quando fu liberato pesava 45 chili. Quando arrivò era un giovane di 90 chili - ha ricordato il sindaco Franco Demaria. E’ ritornato a casa in bicicletta con altri prigionieri e ha preso come gli altri il tifo petecchiale. Dall'ospedale dove era stato ricoverato scappò prendendo al volo la prima tradotta per tornare in Italia.
Francesco Rabbia, ha ricevuto numerosi riconoscimenti: dall’ANEI Saluzzo (l’Associazione nazionale ex internati), una medaglia del CNL e una medaglia d’onore della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica.
Ha lavorato sempre come fabbro in aziende di meccanica agricola e successivamente a Savigliano in un’officina che lavorava per l’Enel. Ha terminato la sua carriera professionale come riparatore di autobus alla carrozzeria dell'allora Satip.
Francesco ha ricevuto anche di auguri degli operatori Poste Italiane, presenti al Tapparelli per l’apertura dell’ufficio postale distaccato e l' annullo filatelico, creato a ricordo dell’iniziativa "scrivici una cartolina" che servirà a timbrare tutta la corrispondenza in partenza quel giorno e solo quel giorno, una vera e propria chicca per i collezionisti. Nell'occasione è satto presentato il nuovo progetto “Ti scrivo una cartolina” Edizione 2025.