"Con te il tempo è volato, buona strada presidente!".
L'abbraccio delle Due Cavalli e un lungo applauso per l'ultimo saluto oggi pomeriggio, venerdì 5 dicembre, a Franco Grosso, fondatore e presidente del Club Citroën 2CV e derivate (leggi qui).
"Continuerai ad avere amici in tutto il mondo. Queste auto erano la tua passione, simbolo di indipendenza, libertà. Ci hanno insegnato l'arte di vivere inseguendo un sogno e così hai fatto tu" - lo hanno ricordato gli amici del Club.
Tutti conoscevano Franco perché con lui era facile far amicizia, essere incantati dalla sua passione, dai suoi racconti. Delle Citroën 2CV conosceva tutto: la storia, come aggiustarle, come modificarle, ma anche come crearle.
Negli anni le ha aggiustate, comprate, vendute, collezionate e ne ha fatto un culto nel "Piccolo Museo di Grosso", aperto a tutti gratuitamente.
Esemplari unici, che mostrava con orgoglio, come la 2CV che aveva acquistato come un collezionista d'arte comprerebbe un Picasso: per conservarla, non per usarla. L'aveva presa a Borgo Gesso da Armando e poi l'aveva portata a casa sul carrello, in modo che avesse solo il chilometraggio delle prove tecniche.
Poi ne aveva creata una dedicata a "Le Mans", partendo da un telaio e costruendo da zero la carrozzeria insieme al figlio Andrea. E poi l'ha fatta correre sul circuito di La Sarthe, dove i grandi piloti si sfidano nella 24ore.
Era facile diventargli amico, anche se non eri un appassionato perché sapeva coinvolgerti. Sapeva parlare alla gente, sapeva farla sorridere e interessarla. E così ha fatto fino all'ultimo, lottando contro la malattia.
La sua prima 'pazzia' era stata creare una 2CV con le sospensioni della Ds: "ho messo le sospensioni idropneumatiche e un motore adatto. Poi ho pensato che servisse anche dare un nuovo nome alla macchina, quindi ho girato il 6 ed è nata la 2CV9".
La sua auto preferita era rimasta la 2CV Primavera, ma lui con le 2CV ha fatto davvero di tutto, ne ha attaccata anche una a una mongolfiera.
Vulcanico, ingegnoso, appassionato, pieno di idee, mai fermo. Quando lo scorso giugno il Tenda ha riaperto mi aveva chiamata, contento: "Senti tu che sei giornalista lo sai sicuro, mi dici a che ora apre il tunnel? Voglio essere tra i primi a riattraversarlo con la 2CV".
E così ha fatto con gli amici.
Classe 1953, aveva iniziato a lavorare nel 1967 nella sede International Auto di Armando a Cuneo e vi è rimasto legato per tutta la vita. Nel 1991, un anno dopo lo stop della produzione delle 2CV, fondò il primo club italiano che potesse continuare a conservare il mito di questa auto, che è diventata un'icona, ma ha segnato uno stile di vita. Così è nato il Club Citroën 2CV e Derivate Italia che è arrivato ad avere oltre 5mila tesserati.
Una pagina di storia importante quella che Franco ha scritto per la "Lumaca di latta", che è anche il nome del trimestrale che curava con il suo club. Una passione che non verrà dimenticata, ma continuerà a essere condivisa dalla Granda alla Francia.
La Santa Messa di settima sarà celebrata sabato 13 dicembre alle 17 nella parrocchia di Beinette dove, sabato 3 gennaio, alla stessa ora, si svolgerà la trigesima.
Ciao Franco, buona strada!