Eventi - 05 dicembre 2025, 12:36

Da fabbricante di armi a sminatore: Vito Alfieri Fontana racconta la sua storia a Fossano

Domenica 14 dicembre ore 18 alla Vineria in piazzetta. Presentazione di "Ero l'uomo della guerra": dalla produzione di 2,5 milioni di mine antiuomo a vent'anni di bonifica nei Balcani

Un appuntamento di profonda riflessione sulle responsabilità individuali e sull'industria bellica per il prossimo incontro di Granda in Rivolta: Vito Alfieri Fontana presenterà il suo libro "Ero l'uomo della guerra. La mia vita da fabbricante di armi a sminatore". L'iniziativa, organizzata dall'associazione Granda in Rivolta, è in programma domenica 14 dicembre alle 18 alla "Vineria in piazzetta" di via Garibaldi 40 a Fossano.

Vito Alfieri Fontana è stato, per vent'anni, la mente della Tecnovar italiana di Bari, una delle più grandi aziende produttrici di mine antiuomo e anticarro a livello mondiale. In quel periodo, ha progettato, costruito e venduto oltre due milioni e mezzo di mine antiuomo. La sua vita ha subito una lacerante conversione personale, innescata da una domanda cruciale del figlio, all'epoca di otto anni: "Allora sei un assassino?".

In parallelo con l'avvio della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo, Fontana decide di chiudere con l'azienda di famiglia nel 1993. Due anni dopo, inizia quella che lui stesso definisce la sua seconda vita: da produttore di armi diventa sminatore, trascorrendo quasi vent'anni, dal 1999 al 2016, nell'area balcanica (Kosovo, Serbia, Bosnia) come capo missione per progetti umanitari, prima con l'Ong Intersos e poi con la cooperazione italiana.

"Ho progettato, costruito e venduto due milioni e mezzo di mine antiuomo. Ne ho tolte migliaia, per quasi vent'anni... Dal punto di vista numerico, il bilancio è impari. Da quello della mia coscienza pure, perché il male compiuto resta. Per sempre" scrive Fontana nel suo libro.

Il libro non è solo una storia personale di redenzione, ma un'analisi cruda e senza reticenze del mondo delle armi, che interroga ciascuno sulle responsabilità rispetto ai fatti della storia. Si parla della quantità di mine prodotte, del modello di punta la cui produzione raggiungeva le 3000 unità al giorno, e della loro micidialità. L'autore affronta anche temi come l'uso dell'uranio impoverito e l'impatto disastroso delle armi sui civili.

Al termine della presentazione, ci sarà la possibilità di cenare e intrattenersi con l'autore e il co-autore. Per l'apericena è richiesta la prenotazione ai numeri 0172.633706 o 331.7502831.

Intanto gli appuntamenti di Granda in Rivolta proseguono anche giovedì alla biblioteca di Trinità. Il prossimo incontro è fissato per giovedì 11 dicembre con Giulia Arduino, ricercatrice del Laboratorio di Storia delle Alpi, che presenterà "Che ne sarà di noi? Ricordi di partigiani piemontesi a ottant'anni dalla Liberazione" (arabAfenice 2024), portando testimonianze preziose sulla Resistenza piemontese.

cs